Una bici sola al comando… E senza scomodare campioni come Coppi, Gimondi e Pantani che con le Bianchi «color celeste» hanno vinto tutto ciò che c’era da vincere, quella dell’azienda fondata a Milano nel 1885 da Edoardo Bianchi è un pezzo di storia che appartiene al nostro Paese e al territorio lombardo, scritta per buona parte a Treviglio e che da Treviglio rilancia. Nell’epoca delle delocalizzazioni, Bianchi «pedala» nel futuro con una rigenerazione industriale e tecnologica presentata pochi giorni fa nel nuovo stabilimento in località Battaglie dal patron Salvatore Grimaldi e dal nuovo Ceo Marco Gentili. Una sfida, un progetto di riqualificazione territoriale che ha portato in 24 mesi alla creazione di un nuovo stabilimento allineato agli standard di Industria 5.0, grazie a soluzioni sostenibili e all’avanguardia che permettono di produrre 500 biciclette per turno su una linea produttiva completamente digitalizzata. «Sono orgoglioso di questa nuova fabbrica che rappresenta al meglio il nostro spirito innovativo – spiega il Cavaliere del Lavoro Salvatore Grimaldi, pugliese emigrato in Svezia ed oggi patron del Gruppo Grimaldi Industri AB che anni fa ha acquisito la Bianchi- Inauguriamo uno degli stabilimenti produttivi più avanzati al mondo e abbiamo investito non solo su una fabbrica, ma nella nostra nuova casa. Il futuro di Bianchi comincia da qui». Nel nuovo centro produttivo Bianchi sono occupate 200 persone con un’età media di 35 anni e in cui le donne rappresentano il 40% delle maestranze. Lo stabilimento ha un’anima green, grazie ad un impianto fotovoltaico da 500 Kw che garantisce autonomia energetica durante il periodo estivo e tutte le funzioni di gestione dell’impianto sono controllate automaticamente. Il progetto è stato costruito «intorno agli operai» con una temperatura interna costantemente intorno a 23 gradi, con una rivisitazione ergonomica delle postazioni di lavoro, con un studio delle fasi di lavoro e con l’ausilio di tecnologie avanzate. C’è poi la creazione di un’Academy interna che servirà per la formazione continua del personale. Inoltre, all’interno della rinnovata sede trova spazio anche il nuovo showroom espositivo di Bianchi con la presenza dei modelli storici più iconici. «Quando nel 1997 ho acquistato la Bianchi dalla famiglia Agnelli- ha ricordato Grimaldi- i giornali gridavano all’orrore facendomi pesare il fatto di essere residente in Svezia: dicevano che gli stranieri avevano messo le mani su un gioiello italiano. Ma io sono italiano e ora sono orgoglioso di inaugurare questa fabbrica in cui vogliamo riportare molte produzioni oggi presenti in estremo oriente»