Si deve essere sparsa la voce tra i nuovi fenoneni del ciclismo. Ormai le classiche si vincono per distacco partendo a trenta, quaranta, cinquanta chilometri dal traguardo. Mathieu van der Poel alla E3 Saxo classic che si è corsa ad Harelbeke  in Belgio, nella più tipica delle giornate di nuvole, vento e pioggia che sappiano regalare le Fiandre, fa più o meno ciò che aveva fatto lo scorso anno e a 39 chilometri dall’arrivo sulle pietre del Vecchio Kwaremont saluta Mad Pedersen e Filippo Ganna con cui era in fuga già da una cinquantina di chilometri e va a fare il bis

Non c’è stata storia. Pedersen e Ganna li rivedrà sul podio, Wout van Aert, che lo scorso anno aveva staccato sul Patenberg arriva lontanissimo col gruppo ad oltre due minuti. Non c’è stata la tanto attesa sfida tra i due con l’olandese in formato supereroe e il belga invece imballato dopo il lavoro in altura finito pochi giorni fa.  Non c’è stata e non poteva esserci perchè attualmente la differenza pare troppa e difficilmente colmabile nelle prossime settimane quando torneranno ad incrociare le ruote

Van der Poel fa in pratica ciò che vuole. Ricuce su Pedersen, allunga, cambia ritmo e alla fine saluta tutti. Rischia anche di cadere un paio di volte poi si mette ad una velocità di crociera vietata agli umani e senza patemi d’animo arriva al traguardo. Dopo la Sanremo la Saxo Classic ed ora Fiandre e Roubaix nel mirino che, al di là dei sogni di tutti,  al di là di Tadej Pogacar, lo vedono sicuramente tra i favoriti se non favorito. L’olandese è’ un fenomeno e non si scopre nulla di nuovo ma è anche in una condizione di forma strepitosa, miscela che rende un’impresa titanica cercare di toglierselo dalle ruote o di restargli in scia quando accelera.

Una vittoria netta, sporcata da un sputo. Sporcata a un chilometro e mezzo dall’arrivo da un “figuro” che non trova niente di meglio da fare se non sputare all’olandese che sta volando verso la vittoria. Van der Poel non se ne accorge neppure ed è meglio così perchè questa deve essere la considerazione per chi è indegno di ammirare la classe e la bellezza agonistica di un campione come lui. Passa e va. Resta la tristezza di un gesto misero, perchè è misero sputare. Lo sputo è un gesto triviale, brutto in sè, una reazione becera difficile da accettare nella vita di tutti i giorni figurarsi nello sport che dovrebbe insegnare il rispetto.

Una Vittoria d’autore come usa nel ciclismo di oggi. Come va di moda adesso in un ciclismo che sta tornando eroico e coraggioso, dove si vince o si perde senza far troppi calcoli, dove c’è una generazione di nuovi campioni che infiammano i cuori e che non hanno paura di fare brutte figure. Van der Poel è la sintesi perfetta di tutto ciò. E’ lo spettacolo nello spettacolo del ciclismo con la maiuscola, sulle strade del Nord, dei muri, delle pietre e delle piogge che le rendono viscide, che rendono tutto più complicato. C’era una volta il ciclismo che faceva di conto, c’e ora un ciclismo da “saloon” dove i campioni si affrontano senza paure, dove volano gli “schiaffoni”, dove si perde o si vince senza mezze misure. Così alla Sanremo la scorsa settima, così anche alla Saxo Classic oggi dove al posto di Pogacar c’era Pedersen e con Ganna a rincorrere per parecchi chilometri sembrava di essere nella stessa scena.

Ma Filippo Ganna c’è. Vererebbe da dire c’è ancora anche sui muri della Saxo come sulla Cipressa e sul Poggio. Che è una gran bell notizia per il nostro ciclismo, che fa ben sperare soprattutto per la Roubaix, che fa capire se ce n’era ancora bisogno quanto sia diverso Filippo Ganna di quest’anno. Non solo tenace e tirato come una corda di violino, ma  consapevole di potersela giocare con gli altri fenomeni. Fenomeno anche lui: finalmente…