Van Aert in ricognizione alla Ronde: si ferma e il fornaio gli offre i dolci
Domani si fa sul serio nelle Fiandre ma ieri e oggi per tutte le squadre erano (sono) giorni di ricognizioni, di dettagli, di pedalate e pensieri ovviamente più leggeri. Wout van Aert dopo la sconfitta alla Dwars Door Vlaanderen sta cercando in fretta di sgombrare la testa dai dubbi, correrà da capitano anche se non da favorito perchè come ha ammesso ieri durante la conferenza stampa “Pogacar e Van der Poel dopo ciò che si è visto alla Sanremo sono parecchio più avanti…”. Ma tant’è.
Le Fiandre bisogna correrle e per vincerle non sempre basta essere più forti…Così ci si prepara, si va in avanscoperta per la gioia di appassionati e tifosi che in questi giorni di vigilia non aspettano altro che incontrare ssquadre e campioni tra muri e pavè. E due giorni fa proprio sul percorso della Ronde la Visma e Van Aert si sono resi protagonisti di un bell’episodio che racconta quanto nelle Fiandre il ciclismo sia di casa e a portata di mano.
“Wout fermati, per te qui ci sono dei dolci gratis…”. Così ha scritto un fornaio su una lavagnetta che ha piazzato davanti al suo negozio perchè sua figlia è tifosissima del belga e sognava una foto con lui. E van Aert che passava da quelle parti con Jorgeson, Benot e compagni non se l’è fatto ripetere due volte. “Non avevamo molto tempo- ha scritto il campione Belga sui suoi social- quindi ci siamo fermati velocemente. Solo il tempo di salutare e di fare una foto poi è passata una delle nostre ammiraglie a prendere i dolci che ci avevano offerto e li ha portati in hotel per la felicità di tutto lo staff”.
Ciò che succede nelle Fiandre nei giorni che precedono la Ronde si fa fatica a capire se non ci si è mai stati. Sono bici ovunque, di appassionati, di turisti, di gente del posto, di amatori che si preparano per la gara degli amatori. Sono i muri che raccontano la storia del ciclismo, sono un popolo che si organizza per prendere posto ai bordi delle strade, sono birra e panini , sono il pavè che non è un fastidio da asfaltare. Sono case e cascine che sembrano un dipinto fiammingo, sono i paesini che vivono addormentati per un anno tra le campagne e che per cinque giorni si svegliano, sono i cieli bassi, gli sterrati infiniti nei boschi e la brezza del mare del Nord. Sono strappi dai nomi impronunciabili dove le bici imbizzarriscono, dove si va su come ubriachi, dove piuttosto che mettere un piede a terra uno se lo fa tagliare.
“Ciò che può succedere durante la ricognizione della Ronde – racconta Van Aert– è troppo folle per essere descritto a parole. Ora non dobbiamo fare slalom tra il traffico ma tra le persone e i campeggiatori che sono già qui per domenica. Si riceve incoraggiamento come se la gara fosse già lì. Molto bello da provare”. Succede solo in Belgio di uscire a provare il percorso e rientrare in hotel con trentasei eclair , i tipici dolci a forma di filoncino con la pasta di bignè farciti di cioccolato e glassati, che il fornaio tifoso di Wout ha voluto offrire al suo campione e che forse mai sperava che si sarebbe fermato davvero. E invece è successo.
Ed è una storia che alla fine racconta un paio di cose. La prima dà la misura di che campione sia Wout van Aert, di quanto sia alla mano e del perchè sia così amato e benvoluto in Belgio e non solo in Belgio. L’altra è che la “batosta” rimediata da Powless alla Door van vlaandereen, se non dimenticata, un po’ sia stata metabolizzata e sia tornato il sereno, quel clima più rilassato in squadra che davanti alla lavagnetta di un fornaio ti fa decidere di fare una pausa anzichè tirar dritto: “Ciò che è successo è successo- ha detto Van Aert- E non vedo l’ora che arrivi domenica…”. Vada come vada…