Da piccoli, da giovani, da grandi, da genitori e da nonni ad applaudire sui lati di una circonvallazione. <Fai la Stramilano?> era la parolina magica. Ripetuta a casa, a scuola, in cortile con gli amici, tutti lì a provare ad allenarsi correndo come e dove capitava.  La Stramilano è una magia, una serie di foto in bianco e nero che raccontano come in questa città sia cambiato  quasi tutto in quasi mezzo secolo. A cominciare dal latte della Centrale che tanti anni fa  trovavi sui tavoli dei ristori e che ora ha lasciato il posto agli integratori di sale e potassio. Dalle tute con le tre strisce sulle maniche che si usavano per fare ginanstica a scuola, ai body di oggi sempre più tecnici, attillati,  traspiranti e leggeri come un soffio. Dalle Superga, dalle Mecap che andavano bene per tutto e anche per correre, alle scarpe con l’intersuola, il gel, le solette ammortizzanti, universali o per pronatori. Che forse non faranno la storia ma sono davvero tutta un’altra storia.  Anche agonistica. Dalla mezza milanese che oggi per darsi un tono è diventata “half” sono passati  tutti i grandi del mezzofondo mondiale. Da Fava, Bordin, Poli, Cova, Pizzolato e Baldini ai grandi stranieri come De Castella, Kedir, Tanui e Tergat. Gente che ha fatto la storia di uno sport che la Stramilano ha contribuito a far conoscere. Domenica a giocarsela ci saranno l’etiope  Kiprop Limo, protagonista l’anno scorso e intenzionato a bissare la sua vittoria che dovrà confrontarsi con il connazionale Tamirat Adera reduce dal quarto posto nella maratona di Dubai. Ci saranno anche le donne, italiane comprese. E che potrebbe riservare belle sorprese con Ivana Iozzia, campionessa italiana di maratona in carica e con  Claudia Pinna . Correranno, faticheranno, goiranno entrando nell’Arena. Come tutti. Come l’ultimo dei cinquantamila che taglierà il traguardo. Come sempre nella solita magia milanese della Stramilano.

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