Un’impepata di cozze sull’Himalaya

Anche con i libri si possono fare affari. Io, per esempio, ho comprato un libro per soli 40 centesimi. Un libro usato, ovviamente. In una bancarella. Appena 116 pagine. Eppure densissime. Un libro che vale mille volte il prezzo pagato. Perché? Una domanda apparentemente semplice. Che, tuttavia, richiede una risposta articolata. Perché rispondendo a questa semplice domanda offro, indirettamente, una risposta anche alla domanda “cos’è la letteratura?”. E cioè quel complesso di parole che usato in economia offre il massimo di senso possibile. Un senso praticamente inesauribile, fatto di rimandi e allegorie. Sulle tracce di Nives (Mondadori, 2005) è stato […]

  

Lo stoicismo di un pensiero senza padroni

L’insegnante ideale, l’ideale maestro, lo tratteggia Julian Barnes nel suo ultimo romanzo Elizabeth Finch (Einaudi, traduzione di Susanna Basso). Non ideale in senso assoluto. Bensì per i nostri tempi incerti, resi ancor più ingarbugliati dal predominio delle fake news, dal potere totalitario dei social, e dalla perfida e sottile prepotenza del politicamente corretto. Barnes ce lo dice con chiarezza: abbiamo tutti bisogno di Elizabeth Finch. La protagonista del romanzo? Non proprio. Semmai l’ossessione mentale dell’autentico protagonista: Neil. Gli amici e i parenti (che comunque gli vogliono bene) lo definiscono “il re dei progetti incompiuti”. Ed è tipico di un’anima in […]

  

Una tragedia greca in salsa vittoriana

Il mondo della letteratura è un vasto caleidoscopio dove tutto torna e tutto è collegato. Quindi i rimandi, gli accenni, le evocazioni fatte da riconosciuti maestri diventano immediatamente degli input da seguire. Quasi degli ordini cui ubbidire senza alcuna esitazione. E’ così che ho scoperto, ormai è gran tempo, il fascino dei romanzi di Ivy Compton-Burnett (1884-1969). Ne parlava spesso Alberto Arbasino. E, conoscendo la sua severità e il suo rigore, ma soprattutto conoscendo la sua perfida ironia sulla gran parte della produzione letteraria a lui coeva, quei piccoli (ma grandissimi a loro modo) elogi per la “signorina Ivy” divennero […]

  

“Ritorno al futuro” tra terrapiattisti e Chatgpt

Un classico è un libro che ha sempre qualcosa da dire. Lo abbiamo ripetuto più e più volte. La grande sfida è immaginare un futuro di classicità ai testi di oggi. Ovvero immaginare quanto sia universale il loro messaggio e quanto profondo il sottotesto, tanto da poter essere “pescato” e “sfruttato” dalle prossime generazioni di lettori. Queste perle rare spiccano in un mondo popolato da tanti testi che sono già invecchiati da un po’. E che a rileggerli al presente fanno vedere chiaramente tutte le proprie rughe e la propria inattualità. Poi ci sono quei testi che invece di invecchiare […]

  

Quei no che aiutano (lo scrittore) a crescere

Rileggendo Il pendolo di Foucault di Umberto Eco (Bompiani) ho trovato una delle più efficaci descrizioni della vanity press. La prima volta che lessi il romanzo ero un laureando. Da allora non solo è passato molto tempo ma ho anche accumulato molte esperienze professionali (anche in case editrici, oltre che in riviste e giornali). Allora forse, quando lo lessi per la prima volta, le descrizioni della Garamond e della Manuzio (le due case editrici che solleticano la vanità di improbabili autori di provincia), certi dettagli, certe spiegazioni, certi affreschi e descrizioni non mi aevano colpito più di tanto perché – […]

  

A scuola di scrittura da John Fante

Uno dei più efficaci motti della letteratura di tutti i tempi è il celeberrimo Carpe diem tratto da un’ode di Orazio. Che i più, peraltro, non ricordano dal tempo dei banchi di scuola ma dalla visione di un altrettanto celebre film di Peter Weir (L’attimo fuggente). Senza scomodare la settima arte, e tantomeno la poesia latina, c’è un romanzo dedicato proprio alla filosofia sottesa al motto oraziano. Si tratta di Chiedi alla polvere di  John Fante (letto nella traduzione di Maria Giulia Castagnone per le edizioni Marcos y Marcos). La sua lettura è raccomandata proprio a quanti faticano a rendersi conto […]

  

Faulkner ci salverà dai lettori pigri

Nel suo ultimo memoir (La storia da dentro, uscito per Einaudi pochi mesi prima della sua morte) Martin Amis si sfoga contro i lettori di oggi. E’ colpa loro, dice, se gli scrittori non osano. Il pubblico è diventato pigro e non accetta che romanzi di facile consumo. Questo sfogo mi è tornato in mente poche settimane dopo mentre ero intento a leggere il penultimo lavoro di Cormac McCarthy (Il passeggero, anche questo uscito per Einaudi e anche questo a pochi mesi dalla morte dell’autore). Un libro che, ho pensato, sarebbe piaciuto ad Amis. Un libro che è una sfida […]

  

Dickens e un baule pieno di meraviglie

Lo sai. Ne sei convinto. E le centinaia di migliaia di parole che Charles Dickens assembla per comporre Casa desolata non ti deludono. D’altronde è un classico e la garanzia ce l’ha stampata già nel frontespizio dove si legge nome e cognome dell’autore. Devi fare i conti con un lungo, lunghissimo romanzo. E i tempi sono sempre stretti. Oggi la lettura è più difficile di un tempo: troppe distrazioni, troppi impegni. Per chi ce la fa, per chi arriva in fondo, la soddisfazione tuttavia è grande. Casa desolata (edizione Einaudi, con traduzione di Ettore Capriolo, e un saggio introduttivo scritto di […]

  

La vita “adolescente” dello scrittore secondo Amis

James Boswell è stato un importante giurista e aforista scozzese del XVIII. La sua fama, però, è una fama di riflesso perché è conosciuto soprattutto per essere stato il biografo di uno dei più importanti scrittori inglesi: Samuel Johnson (che in fatto di aforismi resta un maestro insuperato).  La celebre Vita di Samuel Johnson (da noi pubblicata da Garzanti) non solo restituisce la personalità e l’esperienza letteraria di Johnson (critico, poeta e autore di un celebre dizionario) ma aiuta anche a capire come evolve la figura dell’intellettuale tra esperienza diretta e mediata (la formazione culturale). Quando la lessi mi colpì […]

  

C’è un tesoro nella prigione dei milionari di Hrabal

Succede. E anche spesso. Capita di frequente di interrogarsi sul testo che si ha di fronte? Sarà letteratura? Ci si chiede, a metà strada tra l’essere smarriti e l’essere interdetti. Perché spesso, e sempre più frequentemente, ci si imbatte in romanzi che non danno emozioni, non coinvolgono e non fanno riflettere. E soprattutto non stimolano pietas o altri sentimenti profondi. Questo accade perché lo scrittore (meglio dire lo scrivente) non si mette in gioco e non va al profondo della propria interiorità per far emergere suggestioni e idee di peso. Come dicevo, succede spesso. Ma non sempre. E nelle riletture […]

  

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