Così Camus ha isolato e disinnescato il morbo dell’intolleranza

Nella mia letterina a Babbo Natale ho chiesto che a quelli troppo inclini a sorvolare sulle sempre più frequenti manifestazioni di simpatia nei confronti di fenomeni storici come il nazismo venga recapitato un libro di Albert Camus. Un romanzo che non parla di nazismo, però. Un romanzo che non è un romanzo storico. Un romanzo che non è nemmeno ambientato in Europa. Bensì in Algeria. Chi teme si tratti di qualcosa che anche lontanamente parli di immigrazione o di ius soli deve però tranquillizzarsi.  Non si parla di magrebini in quel romanzo. Bensì di pied noir. Ovvero di francesi. Francesi […]

  

Chi ama i cani non legga Kundera

Non ci si bagna mai nello stesso fiume. Stesso discorso per i libri. Ovvero i classici,  i cosiddetti evergreen. Non si legge mai lo stesso libro. Una legge scontata. Siamo noi lettori a essere sempre diversi ed è per questo che il testo che abbiamo davanti ci dirà sempre qualcosa di nuovo.  Mi è capitato l’altro giorno riprendendo in mano L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera. Lo lessi poco più di trent’anni or sono quando fu lanciato in maniera affatto anomala dalla trasmissione Quelli della notte con Renzo Arbore e Nino Frassica. Il giovane Roberto D’Agostino inserì il romanzo, pubblicato soltanto […]

  

Franzen e quella doppia copertina

A chi frequenta le librerie può capitare in questi giorni di imbattersi in un “fenomeno” editoriale molto significativo. In Italia, infatti, è arrivato Purity il nuovo romanzo di Jonathan Franzen.  Non nella versione italiana, che Einaudi sta finendo di approntare, ma nell’edizione inglese e in quella americana. Si tratta di due editori distinti che hanno scelto per l’ultimo lavoro dell’autore de Le correzioni due copertine affatto differenti. Quella americana (per i tipi di Farrar, Straus & Giroux) è bianca con il titolo e il nome dell’autore dello stesso corpo editoriale (color celeste) e in mezzo l’immagine sfocata di una ragazza). Quella […]

  

La “nivola” di Unanumo che ha ispirato Pirandello

La Fazi ha mandato in libreria una nuova edizione di un classico della letteratura spagnola del Novecento. Stiamo parlando di Nebbia, uno dei più felici e fortunati romanzi di Miguel de Unanumo. Scrittore, saggista, accademico e uomo politico, Unanumo appartiene a quella generazione di intellettuali spagnoli che ha creduto fortemente in una rinascita culturale e ideologica del Paese che partisse sì dal rispetto delle radici ma che si inserisse con vivacità del dibattito filosofico assolutamente moderno dei primi lustri del Novecento. Nato a Salamanca nel 1864, l’autore di Nebbia incontrerà una certa fortuna internazionale proprio come raffinato esegeta di Cervantes […]

  

Vassalli, Andreas Hofer e un centenario da ricordare

Vado spesso in Alto Adige. Vado lì perché mi piace il posto, mi piacciono le montagne. Vado lì perché si scia bene e si possono fare d’estate delle belle escursioni.  E ci vado da tanti, tantissimi anni. Quindi quando ho aperto il nuovo libro di Sebastiano Vassalli (Il confine – I cento anni del Sudtirolo in Italia, Rizzoli)  ero in cerca soprattutto di notizie, curiosità aneddoti che arricchissero la mia conoscenza dei luoghi. Invece mi trovo di fronte un agilissimo pamphlet per il quale bastano poche ore di lettura. Scritto benissimo, ovviamente. Con tanto pathos, tanto coraggio e soprattutto con […]

  

Il raffinato Auden schiavo dei libri gialli

Dire sulle pagine de The New York Review of books che leggere letteratura è un passatempo come un altro, e che non è assolutamente detto che questo stesso modo di trascorrere le ore debba renderci migliori, è come entrare in una curva al momento del derby cittadino e dire che il pallone è uno sport noioso per decerebrati. In entrambi i casi gli autori di questi gesti inconsulti, di queste bravate proditorie, rischiano grosso. Anzi, rischiano tutto.  La rivista americana è uno dei “salotti buoni” dell’intellighentia a stelle e strisce. Lì non ci si può permettere il lusso di mettere tutti […]

  

La musa di Man Ray che stregò anche Truffaut

Il colore delle pareti della camera da letto, quando ormai le era impossibile muoversi, era praticamente invisibile. Le tele di tanti amici e artisti famosi coprivano tutti gli spazi. Sul comodino solo un telefono, che lei ormai afona continuava a usare con ostinazione per far sentire almeno al sua presenza muta agli amici e parenti dall’altra parte del filo. E nel cassetto una poesia (autografa) a lei dedicata. La scrisse Rainer Maria Rilke quando condivideva lo stesso destino di deraciné nella Parigi degli anni Venti. Quella che nei versi è definita come «un geranio che sboccia/ nella dolce sera piovosa» […]

  

Cinquant’anni dopo Bianciardi, è ancora vita molto agra

“La chiamano nebbia, se la coccolano, te la mostrano, se ne gloriano come di un prodotto locale. E prodotto locale è. Solo non è nebbia […] E’ semmai una fumigazione rabbiosa, una flatulenza di uomini, di motori, di camini, è sudore, è puzzo di piedi, polverone sollevato dal taccheggiare delle segretarie, delle puttane, dei rappresentanti, dei grafici, dei PRM, delle stenodattilo, è fiato di denti guasti, di stomachi ulcerati, di budella intasate, di sfinteri stitici, è fetore di ascelle deodorate, di sorche sfitte, di bischeri disoccupati”. E’ una delle più vivaci descrizioni della città di Milano nel momento del suo […]

  

Disobbedire al conformismo: ecco la ricetta di Parise

Due indizi non fanno una prova (il proverbio dice ne servono almeno tre di coincidenze), però è sicuramente lecito supporre che il momento sia arrivato per parlare di Goffredo Parise. Il primo indizio lo si trova tra le pagine dell’ultimo romanzo  (Il desiderio di essere come tutti, Einaudi) di Francesco Piccolo, che offre un appassionato omaggio all’autore dei Sillabari. E allo stesso tempo – ecco il secondo indizio – Adelphi ripubblica in formato digitale (e quindi a basso costo) Il prete bello, uscito per la prima volta nel 1954 per i tipi di Garzanti. Proprio come Piccolo, anche Parise è […]

  

Nella torre d’avorio con lo smartphone

Gli scrittori hanno iniziato a capire l’importanza dei social network. Mentre tramonta progressivamente e inesorabilmente la centralità dei giornali e delle riviste su carta, il web offre una ribalta adeguata al bisogno di comunicazione e di “presenzialismo” di gran parte dei nostri autori (soprattutto dei giovani e meno conosciuti). Quindi se si vuole capire quali sono i sentimenti comuni che affratellano i componenti di questa categoria è  bene farsi un giro dalle parti di Twitter e di Facebook. Qui si può sorridere del narcisismo di molti scrittori, e soprattutto si può constatare la loro necessità di essere “sempre sul pezzo”. […]

  

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