Il nuovo Trainspotting dietro il Muro di Berlino

Ci sono romanzi che dovremmo riprendere in mano ciclicamente. Non per la loro qualità letteraria (o meglio non solo) e nemmeno perché ospitano personaggi memorabili. Bensì perché sono ambientati in momenti storici cruciali e in luoghi simbolo. Quindi sono delle pietre miliari della memoria collettiva. Prendete per esempio Eravamo dei grandissimi di Clemens Meyer appena pubblicato dall’editore Keller (traduzione di Roberta Gado e Riccardo Cravero). In Germania questo romanzo ha spopolato. Ed è facile intuirne il motivo. Racconta la vita di un gruppo di ragazzi nati sul finire degli anni Settanta a Lipsia e quindi ancora adolescenti quando il Muro […]

  

Se la pazienza di un buon editor è puro talento letterario

Un libro (anzi due) e un film. Per parlare di editoria. Iniziamo dal libro (il primo). Si intitola Sull’orlo del precipizio. Lo ha scritto Antonio Manzini e lo ha pubblicato, or non è nemmeno un anno, Sellerio. E’ un piccolo romanzo, un romanzo breve (appena 115 pagine). E come solitamente accade ai romanzi brevi, è un racconto a tesi. L’autore immagina come dovrebbe essere il mondo visto dalla prospettiva di uno scrittore nel giorno (che si spera ovviamente non arrivi mai) in cui l’industria culturale perda completamente quel “di più” (o “di meno”) che la distingue dal resto della produzione […]

  

Lo scrittore fantasma ricorda Carver

Raramente ho letto romanzo con un incipit così coinvolgente. Sto parlando di La fine è nota di Geoffrey Holiday Hall (edito da Sellerio) che mi è capitato tra le mani durante le vacanze estive. Chi me l’ha passato sosteneva appunto fosse un’ottima lettura per le vacanze. Un giallo, mi ha detto, ma scritto molto bene e davvero coinvolgente. Mi sono lasciato convincere. E la scelta è stata poi confortata dal notare che il volume conteneva anche una postfazione di Leonardo Sciascia. Prima di parlare di questa postfazione, però, torno per un momento al libro. Devo descriverlo per far capire di cosa parliamo. La storia racconta di […]

  

Franzen e l’ottimismo del traduttore

Fin dalle prime pagine di Purity, l’ultimo romanzo di Jonathan Franzen (pubblicato come i precedenti da Einaudi e tradotto da Silvia Pareschi), il lettore attento sa che si tratta di un libro che resterà. Uno di quei volumi che non abbandoneranno gli scaffali delle librerie domestiche per lasciar il posto a romanzi più moderni e più fascinosi. E non solo perché si offre come analisi impietosamente lucida delle derive disumanizzanti provocate dal nostro moderno stile di vita (tecnologico e iperconnesso). Rimarrà un libro valido per ulteriori letture perché il suo autore compone una storia fatta di colpi di scena, agnizioni, […]

  

Umano, troppo umano. Ma è un cinghiale

Adesso, appena finito di leggerlo, mi si impone soltanto una domanda. Meglio una curiosità. Sarei davvero curioso di sapere quali sono state le letture più appassionate che ha fatto Giordano Meacci, autore del fortunato Il cinghiale che uccise Liberty Valance (Minimum Fax, pp. 452, 16 euro). Un libro fresco e a suo modo geniale. Però non facile. Al contrario. Un romanzo impegnativo che però lascia sicuramente il segno. Questo romanzo si concentra in un piccolo quadrilatero incastrato tra alcuni borghi (immaginari) al confine tra l’Umbria e la Toscana. Hanno già detto che si tratta di una sorta di Spoon river per quel suo essere […]

  

La “voce” di Carver è davvero onnipotente

La trama, in un romanzo o in un racconto, conta niente se non c’è una valida voce a raccontarla. In fondo l’unica vera onnipotenza dello scrittore risiede nella sua voce. Considerazione che ricavo durante una delle ultime lezioni del corso di scrittura creativa che sto frequentando. A fine lezione ci viene assegnato il consueto compito a casa. In questo caso si tratta di “rintracciare in un romanzo o racconto un passaggio (non più lungo di mezza cartella) in cui ritieni che l’autore non abbia aderito al diktat: Nulla di scritto che non possa essere detto, qualcosa che, nella lettura ad […]

  

Il geco metaletterario che piacerebbe a Sterne

Il romanzo contemporaneo? E’ vecchio. Un paradosso? Non proprio. Prendete l’ultimo romanzo di Tiziano Scarpa. Si intitola Il brevetto del geco (Einaudi). Poi prendete La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo di Laurence Sterne (tante le edizioni tascabili disponibili, ottima quella degli Oscar Mondadori con un saggio introduttivo di Walter Scott) e confrontateli. Ovvio che siano distanti tra loro sotto tanti punti di vista, ma una cosa certamente in comune ce l’hanno. Sono romanzi che mettono alla prova la resistenza del genere di fronte alla sfida più difficile: quella di interrogare la natura del suo stesso codice espressivo. […]

  

A Tokyo con Cary Grant e Amélie Nothomb

Ci sono, credo, due tipi di lettori. Quelli rilassati e in pace con se stessi, sempre curiosi e aperti a ogni tipo di seduzione intellettuale (cioè letteraria). E poi ci sono quelli insicuri. Ansiosi. Che sempre sentono il peso della massima socratica “so di non sapere”. Il tempo sfugge loro di mano e temono di non fare in tempo a leggere tutti i titoli che “bisogna” aver letto. E più colmano le lacune più queste si allargano come voragini. Questi due tipi di lettori, quindi, agiscono in modo affatto differente alla tipica situazione in cui un amico propone loro in […]

  

L’orrore dell’Isis anticipato da Dickens

La felice sorpresa questa volta porta in calce due nomi. Il primo è quello del più grande romanziere inglese: Charles Dickens. Il secondo è quello di uno dei più acuti e sensibili critici letterari di sempre: l’austriaco Stefan Zweig. I loro nomi campeggiano sulla copertina di un Oscar Mondadori (collana Oscar classici) da poco tornato in libreria: Una storia di due città (traduzione e introduzione di Mario Domenichelli). Si tratta di una felice sorpresa perché il testo di Zweig è un piccolo capolavoro di esegesi. Non sul singolo testo, bensì sull’opera intera dell’autore di Grandi speranze. Uno dei libri più […]

  

Dormire fra i libri? A Tokyo è di moda

E’ stato progettato espressamente per quelli che “niente di meglio di un buon libro per scivolare nel sonno”. Stiamo parlando del primo bed & breakfast per lettori forti. O almeno per appassionati di libri. L’idea è venuta a una coppia di imprenditori nipponici che hanno rilevato una vecchia libreria strasformandola in una sorta di ostello per clienti dalle poche pretese di spazio e comfort ma molto esigenti dal punto di vista culturale. Questo ostello offre 30 posti letto, anche se sarebbe meglio dire 30 cuccette ricavate proprio dietro i lunghi scaffali colmi di libri. I giapponesi possono avere idee brillanti […]

  

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