Che vinca o che perda la forza di  Valeria Straneo, 45 anni da Alessandria, è tutta nella sua normalità. Spontanea, contagiosa e intelligente l’azzurra oggi ha fallito per un soffio la qualificazione olimpica nella maratona di Siena ma l’ha presa come doveva, cioè senza far drammi, senza trovar scuse, senza nascondersi.  E allora tornano alla mente, ormai quasi una decina di anni fa, i mondiali di Goteborg quando si mise al collo una medaglia d’argento  dietro solo alla regina keniana Edna Kiplagt,  con una gara magistrale  che al traguardo,  ai microfoni della Rai , liquidò come se non fosse una impresa maiuscola ma la più normale delle tapasciate: “Ho fatto la mia gara- raccontò- e al 35mo quando mi sono girata ho detto: “cazzo” non c’è più nessuno…Pardon forse non in tv non si può dire…”. Ai campioni sembra tutto facile e Valeria Straneo ha la semplicità dei grandi. Oggi  è riuscita a correre la maratona  in 2h30:33 piazzandosi ventesima assoluta  senza però raggiungere il crono richiesto per i Giochi di Tokyo che è di 2h29:30. Un soffio. Un nulla dopo 42 chilometri e 195 metri. E anche quando non si vince, il tempo non arriva, l’obbiettivo sfuma sono i dettagli a fare la differenza: “La felicità è il sollievo di quando finisci bene una maratona- scrive sul suo profilo Facebook- Certo oggi il mio obiettivo sarebbe stato quello di centrare il minimo olimpico, per 63 secondi  non l’ho fatto. L’atletica è anche questo, contano i numeri e a volte si è fuori anche per pochi centesimi di secondo. Posso ritenermi soddisfatta, sapevo che sarebbe stata dura e mi sono buttata nella mischia a cercare di fare il meglio possibile e questo mi rende felice! Le olimpiadi sono per i giovani, ahimé ormai sono una boomer…”. Applausi