Vincenzo Nibali che va alle Olimpiadi, oltre che essere una scelta giusta tecnicamente, è anche una scelta giusta eticamente perchè è un segno di rispetto e di riconoscenza per un campione che al ciclismo e allo sport italiano ha dato moltissimo. Con il siciliano a Tokyo ci saranno il suo conterraneo ragusano Damiano Caruso secondo in generale nell’ultimo Giro , il fiorentino Alberto Bettiol  primo al Giro delle Fiandre 2019 e vincitore di una stupenda tappa a Stradella al Giro, il trentino Gianni Moscon  che è un alfiere fidato di Davide Cassani in gare di questo tipo e Giulio Ciccone abruzzese e compagno di squadra di Nibali alla Trek. Ciò detto bene ha fatto Cassani a convocare Nibali per i Giochi e non tanto per ciò che Nibali sta facendo in queste prime tappe del Tour che lo vedono tra i migliori quindi con una condizione che cresce e che per il 24 luglio, giorno della gara olimpica sul circuito attorno al Monte Fuji, potrebbe migliorare ancora ma per un fatto di puro calcolo tecnico. Nibali, visto il livello dei corridori  al Tour e quindi ai prossimi Giochi, non ha molte speranze di andare a medaglia ma ha classe e storia dalla sua parte. Ha il  carisma di un campione che, anche se non vince da un paio di anni, va sempre tenuto in conto. E in una sfida dove si corre in cinque e le squadre fanno la tattica che riescono a fare, cioè poca, con corse difficili da controllare potrebbe spianare la strada a qualche altro azzurro. E a chi dice che la scelta di Cassani sia molto “democristiana” fatta solo per non prestare il fianco a polemiche si può rispondere esattamente al contrario: un po’ come fece Bearzot con Paolo Rossi che al mondiale dell’82 non lo voleva nessuno ma poi ce lo face vincere…