Quindici anni fa Fiorenzo Magni fece ciò che ogni innamorato fa con ciò che ama. Con il Museo del Ghisallo a Magreglio realizzò il sogno più grande: fermò i ricordi riuscendo nel miracolo di mantenerli vivi. Il Museo che ieri con una cerimonia ha festeggiato i quindici anni è la storia di uno sport che continua a battere e respirare proprio come la passione di chi da Magni ha preso il testimone, il presidente della Fondazione Antonio Molteni e la direttrice Carola Gentilini. Un lavoro da «gregari» il loro per tenere vivo questo luogo sacro che qualche anno fa aveva anche chiuso ed ora timbra decine di migliaia di ingressi, più della metà stranieri che da queste parti ci vengono apposta, per capire cosa è stato davvero il ciclismo degli anni in cui ruggivano i Leoni. Un’altra epoca che qui, tra cimeli, bici, maglie è viva e vegeta, origine, antica modernità di un mondo che non può prescindere. Il Museo del Ghisallo è ciò che ti aspetti dal Museo del Ghisallo, un luogo dove il ciclismo è di tutti senza pregiudizi e senza censure. Dalla fantastica Colnago da crono con cui nel 1994 a Bordeaux lo svizzero Tony Rominger firmò il record dell’ora, alla maglia iridata sponsorizzata Motorola indossata da Lance Armstrong nel 1993 a Oslo quando si mise tutti dietro nel mondiale. La maglia del texano è lì, autografata come tante altre perchè, nonostante tutto, anche questa è la storia di uno sport che qui viene conservata senza le ipocrisie di chi, cancellando ciò che sulla strada resta, forse si è solo voluto pulire un po’ la coscienza. E la storia continua. Basta avere la pazienza di leggerla, di cercarla, di andare a scovarla tra teche e pareti. Raccontata dalle tante bici, da quella che fu di Bartali, da quella che fu di Magni, dai leoni, dai falchi dagli sceriffi, dalle tante maglie rosa. E per i quindici anni arriva un nuovo regalo, perfetto per festeggiare una ricorrenza importante: la maglia iridata (di seta) di Learco Guerra la Locomotiva Umana. Una maglia che festeggia i 90 anni, 1931, della cronometro iridata quella che ora è terra di conquista di Filippo Ganna. Un traguardo importante questo dei 15 anni perchè è il frutto di un’intuizione, della passione ma anche della tenacia che sono poi le qualità che fanno grande il ciclismo. Un traguardo speciale che arriva dopo quasi due anni di pandemia, senza certezze, inventandosi iniziative, mostre virtuali con la ferma volontà di «resistere» come è storicamente allenato a fare chi va in bici quando la strada si fa dura. E i numeri fortunatamente continuano a dire che il Museo mantiene un grande appeal tra gli appassionati e non solo, anche all’estero con una sua precisa identità internazionale. «A questa unica e irripetibile realtà museale mi lega un sentimento di profondo affetto- spiega nei suoi auguri l’assessore alla Cultura della Regione Stefano Bruno Galli– Il mio ringraziamento va al Presidente della Fondazione Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo di Magreglio, Antonio Molteni, al Direttore, Carola Gentilini, e a tutti coloro i quali collaborano nell’opera di mantenere l’offerta museale del Ghisallo suggestiva e attraente. Noi in questo progetto ci abbiamo creduto subito e continueremo a farlo…».