Giorni fa all’inaugurazione del nuovo velodromo di Pessano con Bornago c”era il presidente della Fci Cordiano Dagnoni, c’erano i responsabili della Mp Filtri  sponsor dell’operazione, c’erano i dirigenti dell’Unione ciclistica Pessano, c’erano gli azzurri campioni olimpici della pista Francesco Lamon e Jonathan Milan, c’era  la campionessa mondiale,Elisa Balsamo. E c’era Ernesto Colnago che, nonostante tutto, resta Ernesto Colnago cioè uno che nel ciclismo ha scritto la storia, la può raccontare e soprattutto che, alla sua età, ha ancora una visione modernissima del ciclismo che è un patrimonio che non ha prezzo. “Vedere tutti questi bambini in bicicletta continua ad emozionarmi- racconta al telefono- E alla mia età è sempre una gioia. Ma non solo: è la certezza che il ciclismo se riesce a riportare i bambini in bici si garantisce il futuro. Solo così…”. Negli ultimi anni è sempre più difficile riportare i bambini a pedalare, difficile metterli al sicuro in bici, difficilissimo tranquillizzare tutti quei genitori che tremano alla sola idea di saperli sulle strade ad allenarsi. E come si può dar loro torto? Chi al loro posto non avrebbe gli stessi cattivi pensieri? E allora se questo sport meraviglioso vuole guardare avanti non ha troppe opzioni. Quella dei velodromi protetti, non necessariamente piste, ma anche circuiti piatti in asfalto chiusi al traffico dove far pedalare i piccoli per farli familiarizzare con la bici, far loro acquisire tecnica e sicurezza è l’unica strada possibile. Ce ne sono di impianti così, ma ne servirebbero molti di più.  Uno al Parco Nord di Milano era stato lo stesso Colnago a finanziarne la riasfaltatura anni fa. Un’idea vincente che Colnago rilancia: “Solo così il ciclismo può riavvicinarsi ai bambini e permettere alle squadre di farli crescere. Sono impianti semplici ma ce ne vorrebbe uno in ogni paese…”