Il flop dei farmaci generici
Nel 2016 si celebra l’arrivo dei farmaci generici nelle farmacie italiane. I cosiddetti equivalenti, ovvero le molecole a brevetto scaduto, con la stessa efficacia del suo corrispettivo di “marca”, non piacciono agli italiani. O meglio, non si fidano, legati come sono alle tradizioni. Preferiscono l’Aulin al Nimesulide. E non togliete la Tachipirina, sostituendola con il paracetamolo. I dati, riportati oggi in un articolo di Repubblica, sono una condanna per il generico. Solo un nostro connazionale su quattro, infatti, opta per l’acquisto di un farmaco senza brand famoso, a differenza, ad esempio, di Germania e Inghilterra dove la percentuale è decisamente più alta. Una scelta, oltretutto, che pesa nelle tasche, visto che alla fine dei conti si verrebbe a spendere circa un miliardo di euro in più all’anno. Perchè il sistema sanitario nazionale copre la spesa dei farmaci di classe A solo per il costo dei generici. La differenza la paga chi vuole la medicina “griffata”. Va detto che l’efficacia di questi prodotti non di marca non è sempre uguale a quelli che lo sono. Per alcune malattie i risultati sono indubbiamente differenti. Però, per un normale raffreddore, si potrebbe optare per una scelta più economica. Ma davanti allo starnuto, non badiamo a spese. O meglio, siamo duri a cambiare abitudini.