Diabete infantile, attenzione ai segnali
Anche i bambini possono avere il diabete. Si parla, infatti, di diabete infantile e quello di tipo 1 si manifesta in prevalenza nell’infanzia, anche al di sotto dei 6 anni e nell’adolescenza. Ma non è tanto la patologia in sé che preoccupa, quanto la sua manifestazione d’esordio: il diabete infantile andrebbe diagnosticato e trattato subito per evitare la rischiosa complicanza della chetoacidosi diabetica. Ma di cosa si tratta? Nella sua forma più grave, il diabete infantile può causare edema cerebrale, fino al rischio di decesso del bambino e proprio queste nefaste conseguenze dovrebbero allarmare i genitori. Quindi, mamme e papà, occhi aperte e, soprattutto, attenzione alla continua richiesta di liquidi per placare una sete intensa e alla frequente pipì; senza trascurare anche l’eccessivo dimagrimento. Ovviamente, occorre parlarne al pediatra, ma attenzione a non tardare la visita, sottovalutando questi sintomi, rischiando di incorrere in quella che è considerata una vera emergenza clinica. Ecco perché, sulla base di uno studio che ha coinvolto a livello nazionale 68 centri di Diabetologia Pediatrica, la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica ha organizzato questa campagna di sensibilizzazione strategica per ottenere ottimi risultati. Coordinata dalla dott.ssa Ivana Rabone, medico Dirigente dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, la ricerca ha segnalato che dei 14.493 bambini seguiti nei centri specializzati, 2.453 hanno presentato un esordio di malattia nel biennio 2012-2013 e, tra questi, ben il 38,5% è stati ricoverato in chetoacidosi diabetica, di cui il 10.3% in forma grave. Come dice Rabone: “Il diabete non si può prevenire, ma si possono limitare i danni provocati dalle complicanze di esordio. Stiamo lavorando per prevenire la comparsa di chetoacidosi e il metodo più efficace, oltre alla diffusione capillare delle raccomandazioni, è stato quello di realizzare un manifesto con messaggi semplici e intuitivi.”. “L’obiettivo della campagna – ha concluso il dott. Andrea Scaramuzza, Responsabile del Servizio Diabetologia del Sacco di Milano – è abbattere il più possibile il 38,5% di incidenza di questa emergenza clinica”.