“Clicca il neo”, l’app che aiuta a capire se siano maligni
Un neo, roba da niente. Quando ero piccola, mia madre diceva che era un segno della bellezza. I tempi sono cambiati e, a quanto pare, anche i nei, visto che sono aumentati i melanomi maligni che oggi rappresentano una delle cause principali di morte da tumore, con un’incidenza crescente, di anno in anno. Sono sensibile a questa notizia perché, fino a qualche mese fa, mi capitava di accompagnare la mia più cara amica all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dove Federica veniva sottoposta a chemio per scongiurare la recidiva proprio di un melanoma che le era stato asportato. Sarebbe bastata una diagnosi precoce per evitare il calvario. L’USC Dermatologia dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, in collaborazione con Ats Bergamo e il centro studi GISED, ha inaugurato “Clicca il neo”, il progetto nato con l’obiettivo di esplorare e validare le potenzialità della telemedicina nella diagnosi precoce di tumori cutanei, melanoma e non melanoma, per implementare uno strumento di prima valutazione e di facile utilizzo da parte di tutti. Se si pensa che, solo nella provincia di Bergamo, si registrano 150 nuovi melanomi diagnosticati ogni anno, si capisce il perché, questa idea, abbia preso forma proprio in questa città. Di cosa si tratta? Sto parlando di un app. Quasi da non credere, ma il nuovo sistema di diagnosi precoce sta avendo successo. Dopo aver scaricato l’applicazione e dopo essersi registrati riportando i propri dati, l’app permette di fotografare il neo sospetto e di inviare l’immagine a medici competenti pronti ad effettuare, nel giro di qualche giorno, una propria valutazione. Come dice l’Epidemiologo del GISED, Simone Cazzaniga, che collabora al servizio offrendo la sua consulenza: “Dall’immagine è solo possibile suggerire una diagnosi. Non possiamo sbilanciarci, ma, eventualmente, sulla base di ciò che vediamo, possiamo consigliare agli utenti di approfondire.” Sono già state inviate oltre 2.271 immagini di cui 1.142 provenienti dalla provincia di Bergamo. C’è da fidarsi? Direi di sì, visto che per documentare l’affidabilità e l’utilità del sistema «Clicca il Neo» sono stati avviati due programmi di valutazione che hanno testato il progetto: tutte le lesioni di tipo maligno sono state correttamente identificate come sospette attraverso la app “Clicca il neo”. Sorpresi? Pensate che, nel secondo studio di validazione che ha coinvolto 461 soggetti, di un’età media di 50 anni e il 61% dei quali di sesso femminile, sono state individuate sul corpo (per il 15% di queste persone), in particolare sul tronco, sul viso e collo e sugli arti inferiori e superiori, una o più lesioni cutanee rilevanti. E per 2 soggetti (0,4%) è stato diagnosticato un possibile melanoma. Evviva la tecnologia. Se Federica avesse avuto la possibilità di “cliccare il suo neo”, probabilmente, si sarebbe risparmiata tanta sofferenza fisica e psicologica.