Siete certi che i vostri figli vedano bene?
Siete certi che i vostri figli non abbiano problemi visivi? Capita spesso ai bambini tra i 6-8 anni di soffrire dell’occhio “pigro”; un problema che si può facilmente risolvere, purché diagnosticato. Ecco perché anche l’oculista è uno specialista che i genitori dovrebbero interpellare da subito, visto che proprio una visita entro i primi due mesi di vita potrebbe far sospettare patologie oculari congenite gravi quali il retinoblastoma, la cataratta congenita o malformazioni retiniche congenite o ereditate (anche da genitori sani, non portatori di malattia).
Lo step successivo è consigliabile entro i 3 anni di vita quando l’oculista potrà valutare se il bambino ha sviluppato una normale visione binoculare, ossia se riesce ad usare entrambi gli occhi insieme, per escludere strabismo, ambliopia (occhio pigro) e difetti refrattivi quali miopia, astigmatismo e ipermetropia.
Poi, è consigliabile sottoporre i bambini prima del ciclo scolastico primario. Grazie alla maggior collaborazione del bambino intorno ai 5-6 anni, è possibile quantificare con più precisione le capacità visive e, in presenza di difetti refrattivi, intervenire con la prescrizione dell’occhiale corretto e rendere più facile lo svolgimento delle attività scolastiche, oltre che della quotidianità.
Il ruolo dei genitori è fondamentale. Da buoni osservatori attenti non devono trascurare, nei propri figli, gli occhi arrossati, la lacrimazione abbondante, ma anche la posizione anomala del capo o degli occhi, i riflessi pupillari bianchi o comunque non neri (segno di malattie potenzialmente gravi intraoculari), così come la difficoltà ad afferrare gli oggetti. Spesso, quando scrivono, li vediamo molto chini sui quaderni, con gli occhi “attaccati al foglio”; anche l’avvicinamento eccessivo nell’osservazione degli oggetti, oppure la chiusura di un occhio alla luce o nell’osservazione fissa di oggetti rappresentano comportamenti anomali che potrebbero fare sospettare, problemi alla vista. Come spiega la dott.ssa Barbara Parolini, Medico Chirurgo Specialista in Oculistica presso EyeCare Clinic: “Studi attendibili dimostrano che uno dei più importanti fattori di rischio per l’aumento della miopia nei bambini è la mancanza di ore passate alla luce del sole. Tuttavia, gli occhiali non rappresentano l’unica soluzione, visto che anche le lenti a contatto potranno diventare un ottimo ausilio, così come un intervento adeguato, quando possibile. Ma i reali problemi oculistici sono ben altri. Sono quelli che anche il miglior occhiale non risolve”. L’occhio del bambino, come quello dell’adulto, può essere colpito dalla cataratta, da infezioni, da infiammazioni, da problematiche alla retina e ai tessuti più profondi. Solo un esame accurato e completo di tutte le sezioni dell’occhio potrà garantire di ottenere tutte le informazioni. La tecnologia oggi offre, nei centri più forniti, una gamma di strumenti che permette di fare diagnosi complete anche senza mettere in bambino in sedazione, completamente sveglio, in braccio ai genitori. Occorre fare attenzione ai traumi come pallonate, matite negli occhi, e puntatori laser che, inavvertitamente, attirato lo sguardo dei bimbi per qualche minuto. Come sostiene la dott.ssa Parolini, “Anche i bimbi possono essere sottoposti a interventi chirurgici. Se da un lato si cerca sempre di trovare la miglior soluzione medica e ottica ai problemi visivi, in alcune situazioni è indispensabile affrontare un intervento chirurgico, sia esso mirato a risolvere uno strabismo, a rimuovere una cataratta o a gestire un problema grave alla retina. Devo dire che ogni volta che mi sono ritrovata ad operare un bambino, soprattutto per condizioni particolarmente gravi, ho vissuto con gioia e sorpresa la commovente capacità del bambino di affrontare situazioni gravi con grande bravura (nel senso più “coraggioso” del termine). Più dei genitori. Come medico, posso certamente elencare, tra le più grandi gioie e soddisfazioni del mio lavoro, i disegni e gli abbracci dei bimbi che tornano a vedere e gli insegnamenti commoventi dei bimbi che, pur vedendo poco, imparano a vivere una vita piena di gratitudine e grandi traguardi”.