Il teatro che cura: con Gianfranco Jannuzzo tra sogno, Sicilia e risate che fanno bene
C’è un teatro che fa ridere, e c’è un teatro che fa riflettere. Poi c’è il teatro di Gianfranco Jannuzzo, che riesce a fare entrambe le cose e anche qualcosa in più: ti fa sentire meglio.
Nel suo nuovo spettacolo Fata Morgana, in scena al Teatro Manzoni di Milano fino al 26 ottobre, Jannuzzo racconta se stesso, la sua terra e l’Italia tutta, alternando ironia pungente e momenti di toccante verità. Ma soprattutto, porta in scena una verità universale: ridere è terapeutico e il teatro può essere una forma di benessere profondo, anche quando non lo sembra.
«Viviamo tempi confusi, e il bisogno di ridere è diventato un bisogno vitale. Ma ridere di sé stessi, e non degli altri, è la forma più elegante di consapevolezza» racconta l’attore.
Nato dalla penna di Jannuzzo e di Angelo Callipo, Fata Morgana non è solo uno spettacolo: è un viaggio emozionale. La Sicilia diventa metafora del nostro Paese: una terra di luci e ombre, di cultura stratificata, di contraddizioni e bellezza. Il racconto si fa terapia quando, tra una risata e l’altra, lo spettatore si rivede nelle piccole debolezze narrate sul palco.
Accompagnato da quattro musicisti dal vivo, Jannuzzo dà voce ai ricordi, agli amori, all’amicizia e alla forza del sogno, quel sogno che, come una “fata morgana”, sembra sfuggire ma continua a guidare il nostro cammino. E in questo sogno, il teatro diventa medicina dell’anima.
«Chi non sa sognare, non può costruire un progetto di vita. Il sogno è l’attività più reale che possiamo avere», dice l’attore, con quella leggerezza profonda che solo i grandi artisti possiedono.
La risata, dicono anche numerosi studi, riduce i livelli di stress, migliora la qualità del sonno, rafforza il sistema immunitario e ha effetti positivi persino sul dolore cronico. Ma è ancora più potente quando nasce dalla condivisione, come succede a teatro.
E allora sì, Fata Morgana fa bene. Fa bene perché ci fa sentire meno soli, ci ricorda chi siamo, da dove veniamo, e ci offre una pausa dal rumore di fondo del quotidiano. Con il sorriso sulle labbra e un pensiero in più nel cuore.
Foto di Angelo Redaelli
