Nuova puntata della telenovela del Mezza. Il sindaco Sala «tentenna», il sottosegretario alla cultura Sgarbi no e il ministro delle infrastrutture Salvini rilancia: «Abbiamo assolutamente bisogno di uno stadio nuovo, moderno, sicuro ed efficiente. Ognuno si occupi del suo mestiere…». Una disputa che si riaccende dopo che Vittorio Sgarbi ribadisce la possibilità che sia inserito un vincolo per non fare abbattere san Siro: «Stiamo preparando un vincolo per tutelarlo- dice in un’intervista a Repubblica- L’iter è già partito, a breve lo firmerà il direttore generale del ministero. Da Berlusconi a Salvini, fino a Milly Moratti, a Milano non c’è nessuno che abbia detto di volerlo buttare giù e spendere 50 milioni per abbatterlo è davvero assurdo». A prima vista sembra diventato un derby tra Sala e Sgarbi ma così non è perchè, in tutti questi anni, nel dibattito sono intervenuti in tanti dicendo tutto e il contrario di tutto. Verbi declinati all’infinito: demolire, ristrutturare, raddoppiare, riqualificare, costruire, dibattere, confrontare, speculare, inquinare, emigrare . Ora la parola l’ha presa il sottosegretario del governo che i verbi li coniuga in un tempo futuro ma neppure tanto lontano: «Sarà posto un vincolo di tutela storico relazionale, articolo 10 del Codice dei beni culturali, che non riguarda l’età del monumento ma il suo valore simbolico, la sua importanza in quanto memoria storica per i tifosi, per Inter e Milan e per Milano e il tema delle deleghe a cui si appella Sala è una fesseria: come sottosegretario posso dare un’indicazione politica che legittima l’azione di una sovrintendenza». Per quanto riguarda la nomina per la sovrintendenza a Milano «abbiamo già deciso, occorre solo formalizzare la nomina e sarà fatto a breve. Non posso ancora dire il nome, ma garantisco che è una persona rigorosa, dalla severità rinomata. Austroungarica». E come è accaduto spesso nella intricata sceneggiatura di questa vicenda ad ogni nuova puntata il dibattito si riapre: «Che tristezza che sia Sgarbi a evitare un disastro ambientale contro il Comune che invece voleva procedere a assecondare i problemi di bilancio dei fondi speculativi- commenta il capogruppo dei Verdi in Comune, Carlo Monguzzi- Ora sia la giunta, con coraggio e serietà a buttare nell’operazione tutto il peso politico di Milano, e a convincere le squadre o una sola a ristrutturare il Meazza e a riqualificare la zona nell’interesse dei cittadini. Sarebbe un peccato che per la miopia politica del Comune la zona rimanesse così come adesso». Comunque sia una decisione andrebbe presa e anche abbastanza velocemete. Ed è dello stesso parere il governatore Attilio Fontana che ieri era con Silvio Berlusconi a Palazzo delle Stelline per incassare il sostegno di Forza Itali alla sua campagna elettorale: «È chiaro che ci sono pro e contro per tutte le scelte – ha spiegato – però bisogna prendere delle decisioni perché le nostre squadre se vogliono competere ad alto livello hanno bisogno di avere uno stadio moderno che consenta loro di avere dei redditi ulteriori per cui credo che sia giunto il momento di arrivare a una decisione». Cosa succederà? Giovedì in consiglio comunale a Palazzo Marino verrà discusso un ordine del giorno presentato dalla maggioranza: «Dopo tre anni e mezzo da quando al Politecnico furono presentati i due progetti “finalisti” del nuovo stadio l’incertezza regna sovrana- polemizza [TESTO]Alessandro De Chirico, capogruppo Forza Italia- La responsabilità politica è tutta del sindaco Sala e del Partito Democratico. Il sindaco, anziché esprimersi da subito a favore del progetto, ha preferito giocare a carte coperte mandando avanti la sua maggioranza in Consiglio comunale. Poi ci sono state le elezioni e ha preferito nascondere dal dibattito cittadino il tema dello stadio. Ora non si cerchi di scaricare le responsabilità sul nuovo governo è in particolare sul sottosegretario Sgarbi che raccoglie un sentire comune impregnato di romanticismo e ben poco del pragmatismo milanese»