“Non mi aspettavo di vincere ma è fantastico…”. Alice Betto vince davanti all’americana Katie Zaferes, già campionessa del mondo, e alla messicana Rosa Maria Tapia Vidal,  la sua prima gara della World Triathlon Cup a Brasilia e dice una piccola bugia perchè in realtà per un’atleta del suo calibro la vittoria è sempre un’opzione. L’atleta delle Fiamme Oro sale quindi per la prima volta sul gradino più alto del podio in una gara internazionale dopo  il bronzo mondiale nel 2017 a Leeds,   l’argento ad Alicante in World Cup nel 2013,  un settimo posto alle Olimpiadi di Tokio tre anni fa e dopo i titoli di campionessa italiana di Olimpico e Sprint nel 2021. Ma è un successo che vale doppio perchè  arriva soprattutto dopo una gravidanza che, poco meno di un anno fa, le ha regalato la gioia immensa di un figlio e l’ha tenuta ovviamente lontana dai campi di gara. Un successo che chiude un fine settimana importante per la squadra azzurra con l’oro di Bianca Seregni  e il bronzo di Ilaria Zane sempre in Wtc ma a Chengdu in Cina e che il presidente del Coni Giovanni Malagò ha commentato con un tweet: ” Faccio i complimenti alle nostre ragazze- ha scritto il numero uno dello sport italiano- Per la Federazione Italiana triathlon è un week end storico…”.   E’ Alice Betto a raccontare una vittoria che pare un bel sogno proprio nella stagione del ritorno alle gare dopo la maternità: ” Non me l’aspettavo perchè conosco Conosco perfettamente Katie- racconta la 35enne lombarda- So quanto è forte e quindi continuavo a ripetermi di rimanere concentrata sino al traguardo. Centrare la prima vittoria in World Cup nella stagione del ritorno alle competizioni dopo la nascita di Ettore è semplicemente fantastico: ho ricominciato a gareggiare con l’intento di divertirmi e godermi nuovamente l’adrenalina delle gare e questo successo è davvero incredibile…” .  Trentacinque anni, varesina di Cavaria, una laurea in restauro all’Accademia di Brera, l’azzurra è arrivata al triathlon qualche lustro fa direttamente dal nuoto ed ora è un delle punte della nostra nazionale in vista delle olimpiadi del prossimo anno a Parigi. Una storia d’amore e di talento la sua che ha rischiato di essere bruscamente interrotta anni fa da un infortunio e da due interventi ad un tendine che l’hanno praticamente obbligata a ripartire da zero.  Riavvolge il nastro di un successo che l’ha vista sempre nelle posizioni di testa sia nel nuoto sia nel ciclismo e che si è decisa, come ormai capita quasi sempre nel triathlon olimpico, negli ultimi dieci chilometri di corsa che l’hanno  messa di fronte all’americana Zaferes,  Una sfida tra neo mamme, tra due atlete che si conoscono molto bene e che in passato si sono anche allenate insieme. L’oro di Brasilia è un buon risarcimento danni per la sfortuna degli anni passati, un premio alla tenacia di una atleta che è stata capace di rialzarsi diverse volte e alla determinazione di una donna e mamma che ha ben fissato le priorità. “Sono felicissima ma ora stacco tutto- avverte appena sbarcata in aeroporto a Roma- Sono cinque giorni che non vedo mio figlio e la mia famiglia e mercoledì devo ripartire…”. Giusto così.