Pochi giorni fa al teatro Manzoni di Milano è andato in scena “Giro d’onore”,  la festa del ciclismo diventata ormai tradizione per la Federazione ciclistica italiana, in cui vengono celebrate le medagli vinte (120 in questa stagione) e i ciclisti. Una bella serata con tanti campioni, tanti premiati, tanti ospiti e tanti appassionati. Tra gli invitati c’era anche Ana Maria Vitelaru, 40enne atleta paralimpica della Nazionale italiana e campionessa di handbike, romena d’origine, ma reggiana d’adozione. Però ha rischiato di non esserci. Non per sua scelta o per cattiva volontà, ha rischiato di non esserci perchè non è riuscita a salire sul treno che la portava a Milano. «Non ho potuto prendere il treno alla stazione Mediopadana perché il servizio per aiutare i disabili nella salita e nella discesa era in sciopero. Però per i normodotati il viaggio era garantito…» ha raccontato l’azzurra sulle  pagine del Resto del Carlino. Ad Ana Maria a 17 anni  hanno amputato entrambe le gambe. Un incidente dopo essere scivolata sui binari di una stazione in Romania mentre arrivava il treno. Ma non si è persa d’animo, subito dopo il trasferimento in Italia per amore e il suo impegno nello sport: «Sono fortunata, se non mi fosse capitato tutto ciò, forse non sarei diventata la campionessa di oggi. Cerco di vederla così. Sono la prova vivente che si può arrivare dove si vuole», dice orgogliosa.  La sua disavventura è la cartina di tornasole di quanto ci sia ancora da fare nel nostro Paese per scongiurare le discriminazioni legate alla disabilità: «Giovedì ho prenotato il biglietto per un Frecciarossa che partiva dalla stazione alta velocità di Reggio, chiamando l’apposito numero per disabili necessario ad attivare il servizio di montacarichi per salire e scendere dal treno – spiega l’atleta -. Poi mi hanno richiamata per dirmi che a causa dello sciopero generale, il servizio non poteva essere disponibile. Perciò sono stata costretta a disdire il biglietto. Per fortuna il mio meccanico mi ha potuto accompagnare in auto a Milano e così non mi sono persa il mio quinto personale ed orgogliosissimo “giro d’onore” in carriera». Una considerazione amara quella della donna, che conclude: «Non ho nulla contro lo sciopero che avrà anche validi motivi. Ma Trenitalia, dato che il servizio di assistenza disabili è un appalto esterno e sapendo dei possibili disagi, avrebbe potuto almeno quel giorno organizzarsi di conseguenza. Anche perché, il treno era funzionante per tutti e ha viaggiato regolarmente. Tranne però per i disabili…”