Erano morti in 21 durante l’ultramaratona che si era corsa due anni fa nel Gansu nel nord-ovest della Cina, uccisi condizioni meteorologiche estreme. Una tragedia che aveva colpito l’opinione pubblica mondiale e che oggi trova una fine per quanto riguarda le responsabilità. Per chi aveva organizzato quella sfida arriva il conto: cinque organizzatori sono stati condannati a pene detentive che vanno da tre anni a cinque anni e mezzo da un tribunale di Baiyin . Ventuno morti per una maratona non si possono accettare. Soprattutto  in un’epoca in cui le previsioni meteo sono pressochè certe e permettono di pianificare il rischio di qualsiasi evento a maggior ragione in zone a rischio come il Gansu, una delle regioni più povere della Cina che  confina con la Mongolia a nord e con lo Xinjiang a ovest e che è una zona spesso colpita da fenomeni naturali improvvisi e violenti tra cui inondazioni, frane e terremoti. Due anni fa il meteo peggioro all’improvviso ed erano stati coinvolti oltre 170 atleti che stavano partecipando al trail in montagna nella Foresta di pietra del Fiume Giallo. Grandine, pioggia gelata e venti fortissimi si erano abbattute in alta quota sulla gara travolgendo i concorrenti tra cui due atleti di fama nazionale come Liang Jing, già vincitore di diverse maratone e Huang Guanjun, che aveva vinto la maratona maschile per i non udenti ai Giochi Paralimpici Nazionali 2019 a Tianjin. Per loro e per altri 19 sorpresi dalla bufera su un sentiero ad oltre 3mila metri non c’era stato nulla da fare nonostante gli oltre 700 uomini dei soccorsi che il governo cinese ha inviato sul posto. Ora sono arrivate le condanne che accusano i cinque di «aver organizzato un evento su larga scala che ha portato a un grave incidente per la sicurezza». Un funzionario è stato condannato a quattro anni e 10 mesi per «inadempienza ai doveri e corruzione», e un altro a tre anni e mezzo solo per «inadempienza ai propri doveri». La corsa su lunghe distanze e altri sport estremi hanno avuto un boom in Cina negli ultimi anni, poichè il governo promuove l’attività fisica per tutte le età ma la tragedia di due anni fa ha sollevato interrogativi sul motivo per cui gli organizzatori apparentemente hanno ignorato le condizioni meteorologiche estreme in arrivo e ha portato a rinnovate richieste di leggi più severe sugli eventi sportivi. Sulla scia di quelle morti morti, l’Amministrazione generale dello sport di Pechino ha rivisto tutti i protocolli di sicurezza delle gare di trail e non solo ed ha cancellato una serie di eventi che non rispettavano i minimi criteri di sicurezza.