“Ho vissuto l’esperienza più incredibile della mia vita, realizzando il mio sogno più grande ma, soprattutto, ho imparato una cosa: il vero obiettivo è stato ciò che l’Antartide mi ha lasciato dentro…”. Dopo oltre 48 giorni in solitaria e 716.5 km percorsi in bici, si conclude all’ombra delle Thiel Mountains la traversata dell’Antartide di Omar Di Felice. Raggiunti gli 86º di latitudine Sud, il team che si occupa della gestione della sicurezza del rilascio dei permessi e dei recuperi in Antartide ha comunicato ad Omar che avrebbe dovuto terminare l’avventura in quanto i pochi giorni residui non avrebbero consentito di raggiungere il Polo entro la fine ufficiale della stagione, esponendolo al rischio di rimanere bloccato in un’area in cui il recupero sarebbe stato complesso e pericoloso. L’ultrabiker romano era partito con l’obiettivo di raggiungere il Polo Sud e tentare, poi proseguendo sul Leverett Glacier, di realizzare la più lunga percorrenza in bici del continente più remoto ed estremo del Pianeta. Un’impresa al limite che, oltre che alla sfida personale, aveva come obbiettivo primario di quello di divulgare i temi relativi la crisi climatica pedalando “sul campo”, in un territorio estremo quanto delicato in cui i cambiamenti climatici stanno generando impatti devastanti per il resto del Pianeta. Un’avventura affiancata dall’associazione Italian Climate Network che è stato uno dei partner scientifici dell’iniziativa di cui hanno fatto parte anche l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, la cui presenza in Antartide è fondamentale per lo studio dei cambiamenti climatici, oltre che per la formazione degli astronauti nell’ambito delle missioni spaziali. Ma  da subito Di Felice ha dovuto fare i conti con il meteo che, dapprima ha ritardato la partenza dal Cile di oltre otto giorni (facendo perdere parte del tempo utile a completare la traversata), in seguito con pessime condizioni iniziali che lo hanno costretto a rimanere alcuni giorni bloccato in tenda. Omar è riuscito a recuperare settimana dopo settimana, molti dei chilometri persi inizialmente fino al termine di dicembre, quando una perturbazione con temperature anomale – sempre più frequenti nel territorio Antartico a causa della crisi climatica – ha portato precipitazioni intense e una condizione della neve che ne ha rallentato significativamente la marcia.   “Sono orgoglioso di ogni singolo metro di questi 716.5 km percorsi, vivendo costantemente tra -10ºC e -25ºC, affrontando i feroci venti catabatici- racconta- Per 48 lunghissimi giorni ho vissuto ed esplorato il luogo più estremo del Pianeta. Ho pedalato, spinto, sofferto. Ho riso, pianto, gioito. Il punto di arrivo è solo un dettaglio. Sono riuscito a rimanere qui fino all’ultimo secondo che mi è stato concesso, senza mai mollare neanche nei momenti più duri: ho dato tutto.”  Secondo i dati ufficiali, la percorrenza realizzata da Di Felice, 716.5 km, risulta ad oggi la seconda distanza più lunga mai percorsa continuativamente da un ciclista in Antartide.