L’Africa di Luca Sacchi: un asilo che vale un’olimpiade
«Sapevo che non sarebbe stata una vacanza ma una desolazione simile sinceramente non me l’aspettavo…». Luca Sacchi, olimpionico di nuoto e oggi presdiente della Dds di Settimo Milanese, racconta il suo pezzetto di Africa. Quello di Dakar, in Senegal, che lo ha portato per una settimana tra i bimbi della «Garderie Unautremonde», un asilo-scuola realizzato dai volontari di UnAltroMondo, una onlus milanese che da anni sostiene progetti di aiuto per i bambini africani e per assicurar loro condizioni di vita più umane.
E per un campione che in carriera ha vinto tantissimo e oggi, con i ragazzi vive a stretto contatto perchè il suo centro sportivo alle porte di Milano è una vera fucina di atleti, questa è una nuova sfida anche se non si sta più a bordo vasca e non servono cronometro o tabellini dei tempi per registrare ogni virata. Ma è un’avventura che vale un’olimpiade. «Ho incontrato i volontari di questa onlus poco tempo fa alla Festa di Baggio- racconta Sacchi- Erano venuti da noi per cercare di raccogliere fondi per sostenere i loro progetti. É stato il primo contatto che poi però è andato più ìn là». Da cosa nasce cosa e così il volto noto di chi ha vinto un bronzo alle Olimpiadi di Barcellona nei 400misti, di chi è stato campione europeo, italiano e oggi commenta le gare di nuoto dai microfoni della Rai è diventato anche il volto di una campagna di solidarietà per aiutare i bimbi che a Dakar vivono nelle baracche. «Il progetto che stiamo portando avanti- spiega- è quello di integrare i piccoli della baraccopoli con i loro coetanei delle più zone agiate di Medina. Sono rimasto senza parole nel vedere le condizioni di povertà di certe famiglie. Dakar è una città enorme e molto estesa e la cosa strana è che, in pieno centro, accanto ad edifici moderni ci sono zone molto povere e completamente degradate. Nelle strade poi c’è un via vai continuo di auto sgangherate e di gente che cammina con un portamento e un’eleganza meravigliosa ma in mezzo a calcinacci, bancarelle improvvisate e capre…».
Il progetto di apertura dell’asilo «Garderie unautremonde» nasce per aiutare le famiglie della baraccopoli che sorge nel cuore della città al fianco della modernissima sede della Banca Bceao. Qui vivono, si fa per dire, oltre 600 persone che sono arrivate in città dalle campagne e si sono accampate in condizioni, soprattutto igieniche, drammatiche. I volontari di UnAltroMondo da una decina di anni si prodigano per dar loro una mano: alle madri che lavorano il miglio 12 ore al giorno per pochi centesimi e ai bambini che, quando non vengono portati al lavoro sulle spalle, quasi sempre restano tra le baracche abbandonati al loro destino. La Garderie Unautremonde nasce da questi presupposti. Dall’esigenza di garantire a questi bimbi un’educazione, un’istruzione, una crescita e di dar loro un pasto sicuro. Lo scopo è inoltre quello di assottigliare la disparità di classe sociale con i loro coetanei più fortunati offrire un’assistenza sanitaria di base con una serie di visite mediche periodiche. «L’asilo ne ospita più di 80- racconta Sacchi– Sono piccoli dai tre ai sei anni a cui si cerca di dare una possibilità di vita diversa che altrimenti non avrebbero. Ho passato diversi giorni con loro nelle aule insieme ai volontari. Abbiamo ascoltato le lezioni nei corridoi, giocato con loro nelle pause, “spiati“ mentre mangiavano con le mani da un enorme piatto comune per poi stendersi sulle stuoie per il riposino. Sono bimbi che hanno la stessa voglia di imparare, di stare insieme, le stesse curiosità e le stesse timidezze degli altri». Ma la Garderie Unautremonde che la onlus milanese ha realizzato a Dakar non è un progetto unico. UnAltroMondo (www.unaltromondo.it) infatti si muove con i suoi volontari non solo in Senegal ma anche in Mali, Togo, India e Gambia. Per aiutare che ne ha bisogno ma soprattutto i bambini, che restano sempre la parte più indifesa di noi.