La rivincita del burro
Ho provato, anche io, a sostituirlo, per cucinare in padella la semplice fettina di carne. Qualcuno, lo fa anche nella preparazione delle torte, nella convinzione di fare una scelta salutistica, preferendo il grasso vegetale al posto di quello animale. Tanto demonizzato dai salutisti e dai nutrizionisti, ora il burro si è reimposto nella dieta mediterranea, riscattandosi dai tanti «cospiratori». Studi scientifici smontano decenni di luoghi comuni: «Che sorpresa, il burro è buono e fa bene» afferma Nina Teicholz, autrice del bestseller mondiale «The Big Fat Surprise», un libro che ha sovvertito le credenze sui grassi animali in campo nutrizionale. Proprio per promuovere il burro, è stato organizzato anche un interessante Festival del Burro, a Thiene, dove hanno avuto la parola studiosi, scienziati ed esperti dell’alimentazione, concordi nel rivalutarne l’importanza in una dieta sana ed equilibrata. Partendo anche dal burro. Dalla ricerca è emerso che le componenti lipidiche del burro possono svolgere una azione di genomica nutrizionale sul DNA delle cellule umane e batteriche. In particolare l’acido butirrico, grasso che prende il suo nome dal burro, svolge, secondo alcuni, una funzione fondamentale nell’intestino inibendo la proliferazione delle cellule cancerose, con possibile effetto protettivo nei confronti del tumore al colon. L’acido butirrico viene anche utilizzato dalle cellule della mucosa intestinale per ottenere energia immediata e una benefica azione di igiene e benessere. Senza dimenticare che, contenendo solo 31 mg di lattosio per una porzione di 10 grammi (quindi va bene anche per chi è intollerante), è un alimento digeribile e non provoca significativi disturbi intestinali. Il burro è un’emulsione di acqua e molecole grasse, pertanto il valore delle proteine è contenuto, risultando un alimento ben tollerato anche da coloro che soffrono di allergie alimentari. Criticavo mia suocera e la sua fettina al burro e, invece, «ubi maior, minor cessat».