Carne sì, carne no
Colpevole o innocente? Ciclicamente la carne si trova sul banco degli imputati. Da una parte l’accusa che vede, tra i protagonisti, i vegetariani e i vegani, ferventi sostenitori di prodotti sostitutivi della carne, i quali, solo nel 2017, hanno avuto un incremento del 27,1%; dall’altra, invece, i difensori, forti di una tradizione millenaria di consumatori di carne, sostenuti da una buona parte di biologi e di nutrizionisti che ne decantano i vantaggi e anche da chef che ne promuovono l’insostituibile sapore. La Cia-Agricoltori Italiani ha diffuso il dato secondo il quale gli italiani mangiano di media 75 kg di carne a testa all’anno, ma, nonostante la qualità certificata, i consumi sono in flessione, a favore di alimenti ricchi di carboidrati. Sta di fatto che il nostro Paese vanta una produzione di carne di elevata qualità. Vi siete mai gustati una tartare di Fassona o una costata di Chianina? Anche la carne avicola ha i suoi fan, se si pensa che mette d’accordo tante religioni, ma anche le esigenze nutrizionali sia dei bambini, sia degli adulti, grazie ai pochi grassi, alle numerose proteine e all’elevato contenuto di ferro, di zinco e altri microelementi; quasi un peccato rinunciare a questa risorsa preziosa per la nostra salute. Perché le proteine della carne sono importanti per la costituzione della massa magra e del muscolo. E che dire, poi, delle sostanze bioattive come la L carnitina, la taurina, il coenzima Q10, importante per la produzione di energia dei muscoli? Soffrite di depressione, di stress? Forse vi manca la carne, il suo importante valore biologico e il suo elevato effetto saziante che non provoca di certo sonnolenza come invece accade quando si consumano gli zuccheri. Ma come, direte voi, se i medici ne consigliano un consumo moderato per limitare il suo potenziale cancerogeno, tanto sana la carne non sarà. Anzitutto sfatiamo la credenza secondo la quale nella carne italiana sono contenuti ormoni: la nostra legge, ne vieta l’utilizzo e i controlli effettuati dimostrano come i produttori si attengano a questa normativa. E gli antibiotici? Se fossero utilizzati degli antibiotici per neutralizzare batteri che insidiano la salute del bestiame, sappiate che la carne che si ottiene dalla sua macellazione viene messa sul mercato solo dopo i cosiddetti tempi di sospensione, in attesa che il medicinale abbia perso la sua efficacia e non ce ne sia più traccia. Insomma, la prudenza è giusta e va controllato ciò che si acquista (ma non solo per la carne), però senza fasciarsi la testa, a prescindere. Per valorizzare, invece, i benefici, la nutrizionista consiglia di combinare il consumo di carne con quello di alimenti ricchi di vitamina C. Ecco perché mia mamma mi serviva la cotoletta con una fettina di limone! Insomma, qual è il quantitativo di carne da consumare settimanalmente? Anche la dieta è ad personam: in media, si parla di un quantitativo di 100-150 gr 3 volte a settimana, alternando la carne rossa a quella bianca, preferendo quella di origine nazionale, visto l’esercito di 4500 tra veterinari e biologi che controllano la filiera. Poi, ovvio, dipende dall’età del consumatore: per i bambini è importante l’assunzione di proteine animali per la loro crescita, ma anche per gli anziani che scongiurano l’impoverimento della massa magra. E per i pazienti oncologici con recidive? Anche un paio di volte a settimane la carne evita di incorrere in carenze di ferro e anemia: attenzione, però, controllate la provenienza e assumete verdure prima di mangiarle. E voi? Carne sì o carne no?