Parkinson, da Milano arriva una speranza
Vi ricordate l’attore Michael J. Fox? Erano tante le mie coetanee che avevano perso la testa per il protagonista di Ritorno al Futuro, Marty McFly. Immaginate il dispiacere nell’apprendere che il fascinoso attore, nel 1990, si era ammalato di Parkinson. Purtroppo, non è il solo vittima di questa malattia. Pensate che sono circa 250.000, in Italia, i malati di Parkinson, con 6.000 nuovi casi ogni anno e 1 paziente su 5 di età inferiore a 50 anni. Malattia degenerativa, invalidante, che deteriora il corpo condannato a tremori, a rigidità e a difficoltà di movimento, il Parkinson fa davvero paura. Ho letto che all’Ospedale “GALEAZZI” di Milano, per la prima volta in Italia, è stato effettuato il primo impianto di un nuovo sistema di Stimolazione Cerebrale Profonda, su una paziente di 36 anni affetta da Parkinson giovanile. Vercise™Gevia™, questo il nome del sistema, si è dimostrato particolarmente efficace. Ma di cosa si tratta e, soprattutto, come funziona? Non vorrei scendere troppo nel tecnico, per evitare di annoiare, ma Vercise™Gevia™, nato dalla ricerca Boston Scientific e coperto dal marchio CE, prevede l’impianto di un piccolo dispositivo medico, alimentato – nella versione ricaricabile – da batterie della durata almeno di 25 anni, dotato di sottilissimi elettrocateteri che fanno arrivare al cervello leggere stimolazioni di corrente elettrica. Potrebbe sembrare fantascienza, ma con questo sistema l’attività cerebrale viene “modulata” così da favorire il coordinamento dell’attività motoria, la riduzione dei tremori, la diminuzione della rigidità muscolare e dei sintomi più evidenti della malattia. Oltretutto, la corrente giunge esclusivamente a punti selezionati e ben circoscritti del cervello.
Ecco perché molti effetti collaterali indesiderati sono limitati, se non nulli. L’intervento, è stato effettuato su una donna di 36 anni, affetta da Parkinson giovanile da 8 anni e costretta a lasciare il lavoro di receptionist perché impossibilitata a svolgere anche le più semplici attività quotidiane. Il dott. Domenico Servello (Responsabile reparto di Neurochirurgia del Galeazzi di Milano) con la collaborazione del dott. Claudio Pacchetti (Responsabile Unità operativa struttura complessa Malattia di Parkinson e Disordini del Movimento – Istituto Neurologico Nazionale Fondazione Mondino – Pavia) hanno utilizzato la tecnologia in modo mirato grazie alla possibilità di selezionare le zone di cervello da coinvolgere; in questo caso, per esempio, le aree responsabili dei disordini del movimento. E’ interessante sapere che, finalmente, esiste un sistema per contrastare le manifestazioni del Parkinson, adattandosi alla fisiologia dei singoli pazienti, alle variazioni dei livelli di “impedenza” e alla progressione della malattia.