Zona Blu e Succesful Aging sono davvero possibili?
La ricerca della ricetta dell’immortalità ha portato l’essere umano a comprendere l’importanza della qualità. La storia della medicina racconta come lo stesso concetto di vecchiaia si sia evoluto nei secoli anche in Occidente, fino a giungere all’epoca moderna quando l’anziano, godendo di armi contro il decadimento fisico e mentale, invecchia, ma con rischi più contenuti di ammalarsi.
Tuttavia, sorprende ancora sentir parlare di centenari che, nelle cosiddette Zone Blu, godono di una vecchiaia lunga e in salute. Ma le condizioni di vita di questi privilegiati, sono replicabili anche altrove?
Qualcuno ci ha pensato. La dr.ssa Federica Almondo, affermata Nutrizionista specializzata in Scienza dell’Alimentazione, ha provato a trasformare il suo centro, il milanese Cerva 16, in una di queste Zone Blu. Almondo, esperta in Nutraceutica, spiega come gli integratori alimentari abbiano l’obiettivo non solo di contribuire alle normali funzioni dell’organismo, ma anche di ridurre il rischio di sviluppare una determinata malattia. Questo è il motivo per cui la medicina predittiva Anti-aging si avvale molto del contributo della nutraceutica. E il cibo? Non basta mangiare bene? Dobbiamo prendere coscienza che oggigiorno consumiamo “gusci vuoti”, cioè alimenti che, a causa dell’impoverimento del terreno, dei processi produttivi, di conservazione e distribuitivi, hanno perso gran parte del loro valore nutritivo. Del resto, l’alimentazione può realmente indirizzare il paziente al “successful aging”, ovvero al benessere in età avanzata e, a quanto pare, l’integrazione è diventata necessaria per conseguire e mantenere un’ottima e sana qualità di vita. Come mi ha spiegato la dott.ssa Almondo “è fondamentale che questi integratori siano biodisponibili, parametro che misura la percentuale di composto in grado entrare nella circolazione sanguigna, raggiungere il bersaglio e lì esplicare la sua azione. In breve: non è sufficiente che la sostanza sia presente nel prodotto, ma che lo sia in quantità sufficiente. Perché l’integratore assunto oralmente può anche andare incontro a trasformazioni chimiche e/o coniugazioni con altre sostanze causando una riduzione della quantità del principio attivo”. I nutraceutici devono venire elaborati in modo tale da influenzare positivamente la biodisponibilità. Insomma, anche l’integrazione deve essere ad personam e se si vuole accendere i geni della longevità, occorre un programma ben definito con sostanze elette. Ci sono linee, nelle quali il Resveratrolo è stata scelto come molecola anti-aging che, in sinergia con altre sostanze, può lavorare nella stessa direzione: verso il successful aging.