L’Alimentazione giusta per l’anziano
Quando si varca la soglia della Terza Età? In genere, oggi a partire dai 75 anni, ci si può definire anziani, anche se ci sono molti accorgimenti, soprattutto da punto di vista alimentari, che andrebbero messi in atto, gia dai 60 anni, con lo scopo di costruire al meglio una longevità di successo, quella che gli studiosi, angolofoni, definiscono “successful aging”. Perché a ben vedere, spesso, nella dieta degli anziani scarseggiano frutta e verdura fresche, oltre alle proteine e, di conseguenza, anche l’assunzione di vitamine e sali minerali. Attenzione anche all’idratazione, visto che gli anziani bevono poco ed è importante sapere che, una corretta idratazione, aiuta il nostro organismo a depurarsi da quelle tossine che si accumulano giornalmente e che, se non, regolarmente eliminate, possono causare molti disturbi. Bere è importante anche per fare un pieno di energia. Lo sapevate? Se ci pensiamo un attimo, praticamente tutte le reazioni chimiche che avvengono nel nostro organismo avvengono in presenza di acqua. Non dimentichiamoci, inoltre, del grande supporto che frutta e verdura forniscono all’intestino, dove si trova la maggior parte delle cellule del sistema immunitario. La salute dell’ organismo dipende in gran parte dalla corretta funzionalità di quest’organo: il consumo di prodotti contenenti probiotici, come yogurt e kefir, può essere molto utile. Un rischio frequentissimo nelle abitudini alimentari degli anziani è il consumo eccessivo di carboidrati. Come spiega la dott.ssa Federica Almondo, specialista in Scienza dell’Alimentazione «Carne, pesce, uova, legumi, formaggi sono i mattoni che servono per costruire i nostri muscoli. Avere una buona massa muscolare è sinonimo di salute per tutti- aggiunge la dottoressa Almondo. La carenza del giusto apporto proteico può sfociare, addirittura, nella sarcopenia, che consiste in una perdita eccessiva di massa muscolare, ma anche in una maggiore predisposizione alle infezioni e a malattie neurodegenerative”. E attenzione, dunque, perché un anziano sarcopenico sarà maggiormente soggetto a cadute e maggiormente suscettibile a infezioni, malattie neurodegenerative come la demenza senile o l’Alzheimer o i tumori. «È importante, perciò, che le proteine siano presenti nei pasti principali», continua la dottoressa Almondo. «Troppa carne fa male? Vero, anche se è bene non demonizzarla: il miglior consiglio è di non consumarla più di tre volte a settimana e di prediligere la carne bianca». Si può puntare, dunque, sul variare spesso le fonti, in particolare aumentando il consumo di proteine vegetali come tutti i legumi, ma anche il pesce e le uova. Inoltre, andrebbero limitati al massimo gli zuccheri raffinati ad alto indice glicemico, e in generale tutti gli alimenti ricchi di grassi saturi e sale (salumi e formaggi stagionati per esempio), particolarmente dannosi per l’anziano. E se un pochino di vino ai pasti può far bene, i superalcolici sono proprio da abolire. Non solo qualità, ma anche quantità, visto che fare dei piccoli spuntini è utile –in generale- per tenere attivo il metabolismo, a patto però che non superino il 5% delle calorie totali giornaliere. Via libera, dunque, a frutta fresca o secca, yogurt e the, seguendo la stagione. Non bisognerebbe mai, invece, saltare la colazione: alla mattina il corpo ha bisogno di nutrienti.