Incontinenza urinaria: un problema umano e sociale
Nella World Continence Week, dal 21 al 27 giugno, promossa dall’International Continence Society (ICS), Boston Scientific (NYSE: BSX) si è cercato di sensibilizzare milioni di donne e di uomini incontinenti invitandoli a non accettare supinamente condizioni di grave disagio fisico e psicologico e a rivolgersi, con fiducia e senza reticenze, agli specialisti per riconquistare salute e qualità di vita.
L’incontinenza urinaria è una condizione piuttosto frequente e consiste nella perdita involontaria di urina. Di certo, può essere associata a eventi fisiologici banali come un colpo di tosse, o presentarsi come un impellente e improvviso stimolo a urinare, oppure essere il danno collaterale di patologie pregresse o interventi chirurgici. Quando si presenta l’incontinenza femminile? Il calo degli estrogeni in menopausa, oppure complicanze da interventi chirurgici, senza dimenticare i prolassi genito-urinari, possono causare l’imbarazzante disturbo. Un ruolo non marginale è giocato anche dall’adozione di stili di vita non salutari, stipsi, fumo, assunzione di farmaci. Si aggiunga che l’incontinenza può essere rivelatrice di altre patologie di natura neurologica o riconducibili a tumori alla vescica. Attenzione, perché l’incontinenza non colpisce solo le donne in età avanzata, ma anche donne giovani che, anche a causa di gravidanze e parti difficili, presentano una muscolatura del pavimento pelvico compromessa.
E gli uomini? Sono oltre 1,4 milioni gli uomini al di sopra dei 18 anni che soffrono di incontinenza urinaria spesso riconducibile a interventi di prostatectomia radicale. Ecco perché è importante la prevenzione e sottoporsi con regolarità al controllo annuale con l’urologo. E quindi? Come si può intervenire? Al bando i pannoloni, visto che sia per l’uomo, sia per la donna sono disponibili soluzioni terapeutiche innovative e risolutive
Per fronteggiare l’incontinenza da sforzo, ad esempio, si può ricorrere all’inserimento chirurgico di sottili benderelle sottouretrali, una sorta di piccola amaca, realizzata per sostenere l’uretra negli aumenti di pressione addominale che possono causare la perdita di urina. Nel caso di incontinenze da urgenza che non rispondono al trattamento farmacologico, si può, invece, ricorrere a iniezioni di tossina botulinica o interventi di neuromodulazione sacrale.
Per l’incontinenza “al maschile” il problema si complica. Anche dopo interventi chirurgici quali, ad esempio, la prostatectomia radicale a seguito di un tumore, o laddove le terapie farmacologiche non risultino efficaci, è possibile fare ricorso a sistemi innovativi come gli sling uretrali o gli sfinteri urinari artificiali. In particolare, questi ultimi sono indicati anche dalle linee guide EAU (European Association of Urology) come il “Gold Standard” per il trattamento dei pazienti con incontinenza urinaria da sforzo dovuta a incompetenza sfinterica a seguito di prostatectomia radicale. Per ulteriori approfondimenti, nel corso della diretta Facebook di “Buongiorno Salute”, organizzata dall’associazione pazienti Salute Donna Onlus, il dott. Cosimo Oliva ed il dott. Alessandro Giammò hanno aiutato a capire gli aspetti principali dell’incontinenza urinaria: le cause, la diagnosi e i progressi che sono stati fatti nel trattamento di questa malattia.