In Italia, la Sanità pubblica sta affrontando il serio problema delle infezioni contratte durante la degenza ospedaliera. Le cosiddette Ica che, in Italia si manifestano con un’incidenza maggiore rispetto agli altri Paesi europei, rappresentano una criticità che anche la politica si sta impegnando a risolvere.

In occasione della conferenza dal titolo: “I dispositivi di protezione per l’operatore sanitario nelle aree critiche: nuove tecnologie”, promossa dal Vicepresidente della Commissione Affari Sociali, On. Luciano Ciocchetti, è stata approfondita, infatti, l’importanza di ridurre le infezioni correlate all’assistenza, anche attraverso i nuovi strumenti più innovativi promossi sul mercato da aziende italiane come quelle presenti.

“È fondamentale ridurre le infezioni ospedaliere. Abbiamo anche un problema legato alla carenza di nuovi antibiotici che possano contrastare le infezioni antimicrobico-resistenti. Dobbiamo quindi fare un lavoro di prevenzione legato anche all’utilizzo di dispositivi sanitari. Ho già presentato e fatto approvare come Ordine del Giorno alla Camera dei Deputati, con parere favorevole del Governo, un documento che impegna l’esecutivo a stabilire delle linee guida sul materiale e su tutti i dispositivi sanitari di protezione utilizzati dal personale sanitario” – È quanto affermato dall’On. Luciano Ciocchetti.

L’intervento del Prof. Alberto Firenze Presidente HCRM (Hospital & Clinical Risk Managers) e Docente all’Università di Palermo si concentra sulla necessità di intraprendere un percorso multidisciplinare: “Nel 2019 l’OMS ha lanciato la Giornata per il Lavaggio delle Mani. Questo è l’indicativo più importante di quanto oggi le infezioni correlate all’assistenza rivestano una emergenza sanitaria. Come affrontarla? Sicuramente la pandemia ci ha insegnato molto. Allora portiamo a casa quel risultato per determinare azioni di cambiamento che vedano la multidisciplinarietà e il coinvolgimento di un sistema che parta dal Governo e poi le Regioni, le aziende del servizio sanitario nazionale, a determinare momenti premianti, anche con la condivisione nell’ambito degli obiettivi assegnati ai singoli direttori per far sì che le buone pratiche e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali siano parte integrante di un sistema di cambiamento, che abbia nella sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari l’obiettivo centrale” .

Interessante è stato anche il contributo del Prof. Roberto Lombardi del Dipartimento Igiene del Lavoro Ispesl e Dipartimento per le Innovazioni Tecnologiche dell’Inail e Docente: “Ogni anno abbiamo diecimila decessi causati dalle ICA. Bisogna attuare tutte le misure di sicurezza, tra cui quelle innovative che sono venute fuori recentemente, e i dispositivi di protezione individuale, riguardanti specialmente gli operatori delle aree critiche in sanità, come casacca e pantalone. Si tratta di dispositivi che garantiscono una tutela importantissima per eccellenti attività di carattere antibatterico e antivirale, come quelli delle aziende presenti qui oggi. Questi vanno adottati, lo prevede la legislazione. Adesso sta all’attuazione da parte delle Regioni e degli organismi preposti raggiungere i risultati auspicati.”

“Come gruppo LCM – afferma, Fabio Lencioni, Presidente L.C.M. Trading S.p.A. – siamo i distributori esclusivi per l’Italia delle divise ospedaliere prodotte da Erreà. Naturalmente siamo molto appassionati a questa iniziativa, che pur avendo anche dei risvolti economici, si occupa della cura della salute e della prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza, che rappresentano un problema veramente serio della sanità italiana. Lieti di dare il nostro contributo”.

Carlo Tagliabue, Ceo L.C.M. Trading S.p.A., conclude: “Grazie ad aziende italiane come la nostra ed Erreà, che ha brevettato il prodotto, abbiamo cominciato a proporlo sul mercato sia da un punto di vista tecnico-scientifico sia da un punto di vista commerciale. Siamo contenti di sapere che anche il Governo oggi si è impegnato su questo tema, da parte nostra ci impegneremo come azienda a continuare e a perseguire un obiettivo che, oltre ad essere di natura commerciale, ha una grande valenza sotto il profilo socio-sanitario”. Quando si parla di salute, non si prescinde mai dall’etica.

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