[photopress:SDC11387_1.JPG,thumb,pp_image][photopress:SDC11392_1.JPG,thumb,pp_image][photopress:SDC11395_1.JPG,thumb,pp_image][photopress:SDC11393_1.JPG,thumb,pp_image][photopress:SDC11394.JPG,thumb,pp_image]Ci sono un sacco di paesotti nel parco del Ticino che finiscono in <ate>: Besate, Casorate, Rosate…Oltre alla desinenza finale, li accomuna il fatto che quasi tutti organizzano nelle loro campagne una corsa podistica. Sono gare <paesane>, mezze sterrate, spesso sulle rive del fiume o attraverso campi tagliati di fresco per pemettere ai runner di correre senza giocarsi le caviglie. Si parte quando si vuole, si corre in mezzo al verde senza curarsi di auto, gente che strombazza e che si incazza e ci si ferma nelle cascine dove quasi sempre sono organizzati i ristori. Anche il finale ha un  lato postivo. C’è un premio che gli organizzatori chiamano un po’ pomposamente <riconoscimento> e che altro non è che una borsa di un supermercato della zona con pasta, scatolette, succo di frutta o yogurt a seconda dei casi. Io su queste <tapasciate> ho una teoria precisa: vanno corse in gruppo, fregandosene del cronometro e in ogni condizione. Il massimo è se piove, perchè le campagne diventano magiche e il terreno <pesante> è ottimo  per potenziare gambe e cuore. C’è poi invece chi ama il gelo…Quest’anno a Casorate in tre abbiamo corso a -12 gradi centigradi, un’esperienza indimenticabile che Luca ancora ricorda. Oggi a Rosate c’era un bel sole primaverile  e un clima perfetto per far fatica senza sudare le proverbiali sette camicie. Una ventina di chilometri, più o meno confermati da un gps del gruppo, con borsa finale <ricca> di tagliatelle all’uovo già cotte e mangiate. Perchè <reintegrare> è importante quanto allenarsi. O no?