Casorate, l’anno scorso fu una gara da brividi
Chi c’era, chi l’ha corsa lo scorso anno non la dimenticherà tanto facilmente. Come sta scritto sul volantino la Stracasorate ( domenica si corre la tredicesima edizione) è una marcia podistica non competitiva che va dai sette ai 21 chilometri. Fin qui tutto normale. In Lombardia, a pochi chilometri da Milano di gare così ce ne sono parecchie ogni domenica e tutte bellissme. Ma lo scorso anno a Casorate più che in val Padana sembrava di essere nella Tundra. Undici gradi sotto lo zero alla partenza, stessa identica temperatura all’arrivo più o meno due ore dopo. Tutto ghiacchiato: mani, piedi, peli delle gambe, capelli, strade, sterrati, rogge, ruscelletti e ristori. Non c’era nulla che ti potesse dare sollievo, per provare a riscaldarsi si doveva solo correre cercando di non pensare. Ma intanto eri lì. Con le sopracciglia imbiancate a sentire il ghiaccio che crocchiava sotto le tue scarpe, ad alzarti la bandana sulla bocca per cercare di filtrare l’aria gelida che respiravi, ad incitare Luca partito con una mezza influenza che chilometro dopo chilometro si strava trasformando in una minaccia di bronchite. Poi il traguardo, un tè bollente che sembrava tiepido, la bottiglia di Croatina alzata al cielo come il trofeo della vita e la macchina posteggiata col parabrezza nuovamente ghiacciato. Ancora undici gradi sotto: incredibile! Alzi il portellone, provi a cambiarti muovendoti a scatti che sembri Pinocchio e ti accorgi che ti si è ghiacciato anche il sudore. Serve un atto di coraggio. Dieci secondi a petto nudo, la maglia asciutta, la ventola del riscaldamento a tutta che però tarda a fare il suo dovere e via verso casa sognando la doccia calda. Così mi ricordo Casorate. Domenica dovrebbe andare meglio. Il meteo annuncia temperature più umane anche se siamo comunque al 10 di gennaio e quindi non è che si possa andare smanicati. Ma non sarà come l’anno scorso. Non sarà la stessa cosa e non so se dire purtroppo o per fortuna. Quel ghiaccio, quell’avventura nella tundra lombarda, quelle facce sordite dal freddo io Luca e Andrea ce le siamo portate dentro per tutto l’anno. <Ti ricordi il freddo di Casorate?>…Beh ce lo siamo ripetuti a tormentone almeno una trentina di volte. Vuoi scommetterci che un po ci manchera?