Correre fa male? Se lo dicono gli inglesi…
Mi sa che conviene cominciare a <toccarsi>. Dicono che porti bene e non si sa mai…Da qualche tempo va di moda dire e scrivere che lo sport, ma soprattutto correre, fa male. Anzi malissimo. Ha cominciato il mio giornale qualche mese fa con un studio di un’università inglese in cui si spiegavano tutti i vantaggi di una <sana> vita sedentaria rapportata allo stress e ai pericoli di una <sfaccendata> vita da sportivo. E vabbè, letto e archiviato nel cestone di vimini che sta di fianco alla mia scrivania sopra ad un paio di bicchierini sporchi di caffè, giornali, cartacce e monnezza varia. Poi, per non farci mancar nulla, è arrivata anche Repubblica, una settimana fa. Altro giro, altra inchiesta, questa volta per spiegare come il 90 per cento degli over quaranta che corre, va in bici o fa triathlon sia una massa di invasati pronti a tutto, anche a impasticcarsi, pur di <fare il tempo> o limare due secondi al <personale>. Non vivo nel modo delle favole: ci sarà anche più di qualcuno che lo fa e che ragiona così , ma certo non la maggiorparte di chi si allena quotidianamente senza cercare record o imprese impossibili. Comunque anche qui il succo era che far troppo sport non fa benissimo. Perfetto. Letto e archiviato nello stesso cestone di vimini dove era finista l’ichiesta dei ricercatori di Sua Maestà. Speravo in una tregua, pensavo fosse finita e invece no. Ecco che oggi accendo il pc, apro le agenzie e mi trovo di fronte un’Ansa che parla di salute: <Maratona, allenarsi è un rischio anche per chi sta bene> è il titolo. Leggo e scopro che improvvisarsi maratoneti senza un’adeguata preparazione fisica fa certamente male (ovvio), ma anche chi si allena regolarmente e intensamente per la ’42 km’ e precedentemente era in salute rischia problemi cardiovascolari come un aumento della pressione arteriosa e l’indurimento dell’ aorta. Che meraviglia! Questa volta però i ricercatori inglesi non hanno colpe. A spiegarci che correndo e allenandoci moriremo tutti sono i greci. < È il sorprendente risultato di uno studio realizzato proprio nella patria della maratona- ci illumina l’agenzia- da alcuni ricercatori di due istituti medici di Atene, la Scuola Medica e l’Ospedale Hippokration>. La ricerca, si legge sul New York Daily News, ha messo sotto controllo 49 podisti che si allenavano da 10 a 19 ore a settimana per periodi che oscillavano da 2 a 20 anni, confrontandoli con un gruppo di 46 loro coetanei, con stessa altezza e fattori di rischio che però si allenavano sporadicamente. Gli studiosi hanno misurato la rigidità arteriosa dei 49 maratoneti attraverso la misurazione della velocità dell’onda di polso, che risultava più alta della media, indicando un aumentato rischio di pressione alta e di malattie cardiovascolari. «È noto da anni – concludono- che anche se l’esercizio riduce il rischio di malattie cardiache, quando si svolgono attività fisiche il rischio di morte aumenta». Per chiudere servirebbe un amen ma una cosa la voglio aggiungere. Non so se i ricercatori inglesi, greci, americani, giapponesi e tutti quelli che pubblicano studi sulle riviste scientifiche abbiano mai conosciuto la sensazione di benessere infinito che si prova dopo un allenamento, magari al freddo, e una doccia calda. Forse no, glielo consiglio. Al di là dei numeri e delle statistiche capirebbero che c’è un mare di podisti, ciclisti e atleti in genere che corre e fa sport per stare bene con le gambe ma soprattutto con la testa, che fa i conti con l’età e non non si illude di poterla fermare e che ci mette il cuore senza buttarlo via.