Sindaco Moratti, ma lei ce l’ha con i maratoneti?
Domenica era la giornata nazionale della bicicletta. Tutti a pedalare nelle città chiuse al traffico, mostre, giochi, insomma una domenica di festa. Centro off limits dalle 10 alle 18 anche a Milano con le uniche concessioni per chi (come me) lavorava, medici, poliziotti e via elencando. E’ stata una domenica assolutamente tranquilla, non c’è stata notizia di risse ai blocchi d’ingresso nel centro storico, non ci sono stati insulti ai ciclisti, non c’è stato nessun automobilista che abbia dato in escandescenze. Non ci sono stati neppure i furbi, tant’è che il vicesindaco di Milano Riccordo De Corato ha fatto sapere che i vigili non hanno dato nessuna multa. Si può fare quindi. Anche a Milano il traffico si può bloccare senza che scoppi la rivoluzione. Avevate dubbi? Io personalmente no, così un giorno prima della domenica ecologica avevo scritto un articolo sul Giornale chiedendo al sindaco Moratti perchè il blocco auto non si potesse esetendere per una volta anche alla maratona. E chi sono i maratoneti, figli di un Dio minore?
Ecco il testo dell’articolo
Caro sindaco, allora lo dica, lei ce l’ha con noi. No, non con noi del Giornale ma con noi maratoneti quelli che da dieci anni vengono sbeffeggiati, insultati e anche aggrediti dagli automobilisti milanesi furiosi perchè una volta l’anno sono costretti a cedere il passo. Da due lustri chiediamo a Comune, Regione, Provincia, di bloccare il traffico nella domenica della City marathon. Inutile, non è mai successo niente. Ormai aspettiamo solo un miracolo e qualcuno ha già provato a bussare ai portoni della Diocesi, perchè lì magari conoscono qualcuno molto in alto che potrebbe darci una mano. Non si sa mai, ormai siamo alla frutta e le proviamo tutte. Sogniamo una domenica ecologica come da bambini si faceva con la pista Polistil delle macchinine, quella con la parabolica e con le gomme delle auto che si cambiavano. Ma ormai il sogno è diventato un incubo, peggio di quello ricorrente dell’esame di maturità che torna, ciclico, a farci bagnare il cuscino di sudore. Dico una cosa che non dovrei dire. Ci eravamo messi il cuore in pace, una pietra sopra: correre al fianco delle auto che suonano tutta la loro rabbia, ecco il nostro destino. Poi però qualche mese fa si è aperto uno spiraglio. Lei, signor sindaco, parlando di una domenica ecologica aveva più o meno detto che anche se non serviva tantissimo a ridurre l’inquinamento da pm10 era «un importante messaggio culturale per la città». Fantastico, tutti d’accordo e applausi. Ci siamo, abbiamo pensato. Se fermare le auto è un messaggio culturale, quale occasione migliore della maratona dell’11 aprile per ribadire il concetto? Niente, non è successo niente neppure allora. E così abbiamo rimesso le nostre pive nel sacco, sperando che per il prossimo anno, a convincerla fosse il suo assessore Giovanni Terzi che le maratone le corre e sul suo blog ha promesso che si sarebbe battuto. Fine della storia? Neanche per sogno. Leggo su un suo comunicato che domenica per la giornata nazionale della bicicletta a Milano dalle 10 alle 18 sarà chiuso il traffico ad auto e moto in tutta la Cerchia dei navigli. Meraviglioso, mi si apre il cuore, verrò a lavorare in bici senza rischiare la pelle. Ma la gioia dura un respiro: e noi che corriamo, non contiamo proprio nulla? Lo ammetta, signor sindaco: un po’ lei ce l’ha con noi.