Correre sulla spiaggia? Mi è tornato in mente Guido Angeli
Non so chi si ricorda di Guido Angeli. Io sì. In un certo senso ha segnato la mia gioventù. Erano gli Anni Ottanta, imperversavano in tv gli spot del mobilificio Aiazzone e il suo <provare per credere> era diventato un tormentone che girava di bocca in bocca. Io preparavo i miei esami di diritto e studiavo di notte con la tv accesa solo per farmi un po’ di compagnia. Mi trovavo a ripetere le procedure e lui sullo sfondo era come se mi ascoltasse. Anni fa. Tanti anni fa. Poi mister Aiazzone era finito in chissà quale cassetto della mia mente, nascosto e dimenticato come tante altre cose. Oggi sulla spiaggia che da Peschici va a Vieste mi è tornato in testa come una visione. <Prova a correre sulla sabbia- mi aveva detto qualche tempo fa un mio amico runner- è come quando durante un allenamento di calcio o di rubgy il tuo mister ti fa fare le ripetute con il giubbottino di sabbia sulle spalle per potenziare …>. E così ci ho provato. Ore tredici, ad occhio trentacinque gradi, forse qualcuno di più. Mare piatto, non una bava di vento. Decido di allenarmi sul bagnasciugna con pantaloncini, canotta e scarpe da running perchè a piedi nudi proprio non mi viene. Sedici chilometri, certificati dal mio gps, arrampicandomi anche su diversi costoni di roccia perchè su questo litorale la spiaggia spesso si interrompe per lasciare spazio ad una serie di fantastiche calette dove però ci si può arrivare solo in barca o a nuoto. Non è semplice raccontare la sofferenza, il caldo, la voglia di bere, l’incertezza della corsa che si prova sulla sabbia. All’inizio è come se si corresse su un tapis roulant che continua a variare la pendenza e la velocità. Poi, chilometro dopo chilometro, le gambe si gonfiano, diventano <piene>, e il promontorio che vedi ad un chilometro la in fondo è come se, anzichè avvicinarsi, fosse una sfinge che scappa via. I piedi affondano, il passo si fa sempre più pesante e le ginocchia non si alzano più. C’è solo il mare che ti dà sollievo. Ma serve a poco perchè c’è il sale e se ti bagni poi paghi dazio. Così, in un pomeriggio di grande fatica, ti tornano alla mente il tormentone di Guido Angeli e la maratona sulla sabbia che in febbraio si corre a San benedetto del Tronto. Era un mio chiodo fisso ma oggi ho deciso che ci penso ancora un po’. Correre in spiaggia non è come correre sull’asfalto o sullo sterrato: <provare per credere>.