Contador, campioni si nasce: signori forse no
Non mi piace commentare l’attualità ma la seconda tappa pirenaica e la maglia gialla che lascia le spalle di Andy Schleck per passare su quelle di Alberto Contador meritano due righe. Lo spagnolo è un campione, vincerà anche questo Tour ma continua a non starmi simpatico. Un paio di giorni fa aveva fatto perdere la tappa al suo compagno di squadra Vinoukourov andandolo a riprendere a pochi chilometri dal traguardo e ieri ha conquistato la testa della classifica approfittando di un guasto alla catena di Schleck . Il lussemburghese se ne stava andando quando il suo cambio si è aggrovigliato lasciandolo praticamente a terra e Contador lo ha attaccato in quei due chilometri che mancavano a scollinare aiutato fino al traguardo da altri tre o quattro <campioni> che si giocheranno il podio del Tour. bella consolazione. Ci sta. Ci sta che giocandosi una corsa si possa approfittare della sfortuna dell’avversario per batterlo. Ci sta che lo faccia una controfigura che altrimenti controfigura resterebbe ma non che a scattare sia il numero uno, il corridore che in questo momento tutti considerano il migliore. Io credo che Contador vincerà il Tour e che lo avrebbe vinto anche se ieri non avesse attaccato Schelck con la bici rotta per rubargli 38 miseri secondi. Credo che Contador vincerà il Tour ma non farà palpitare i cuori degli innamorati di ciclismo. Chi ama questo sport si infiamma per altre cose. Anni fa, sempre in salita, Lance Armstrong e Jan Ullrich si stavano giocando la Grande Boucle. Il texano inciampa in uno spettatore con il freno del manubrio e rovina a terra. Il tedesco ha via libera, ma non va. Rallenta, si gira, si gira ancora e aspetta che il suo avversario gli torni a fianco per ricominciare la sfida. Ullrich perde quella tappa e anche il Tour. Un fesso? Forse, ma per me è un campione. E Contador si metta a ruota.