Sla, Francesco corona il suo sogno e corre la maratona di Palm Beach
Impresa compiuta. L’impresa era correre finalmente una maratona. L’impresa è non mollare mai. Francesco Canali, 42 anni, malato di Sla pochi giorni fa ha tagliato il traguardo della maratona di West Palm Beach, in Florida. A spingerlo su una carrozzina progettata da Alex Zanardi si sono dati il cambio Gianfranco Beltrami, Andrea Fanfoni, Gianluca Manghi e Claudio Rinaldi quattro suoi amici di vecchia data. Un quintetto base, un bel gruppo e un bel messaggio chiaro a tutti i malati di Sla: “mai arrendersi”. A West Palm Beach, in Florida, un centinaio di chilometri a nord di Miami, Francesco ha coronato il suo sogno: correre i leggendari 42 chilometri e 195 metri di una maratona che avrebbe voluto finire con le proprie gambe, quando faceva il podista, dopo 25 anni dedicati al basket, il suo grande amore. Poi però è arrivata la Sla: e Francesco è finito in carrozzina. Ma lui ha provato a non mettersi comodo, ha combattuto e ha tirato dritto. Anche l’anno scorso quando gli organizzatori di New York gli hanno negato l’iscrizione alla maratona tra le hand bike perchè lui non è in grado di usare le braccia e deve essere spinto. Se avesse voluto correre nella Grande mela avrebbe dovuto farlo con una carrozzina elettrica. Ma Francesco ha ringraziato e si è concentrato su Palm Beach. Il suo progetto è collegato a una raccolta di fondi che serviranno per finanziare progetti di ricerca e per acquistare ausili utili ai malati di Sla. Tutta la città, non solo la Parma sportiva, si è mobilitata per aiutarlo e in pochi mesi sono stati raccolti oltre 50mila euro. Uno dei suoi obiettivi è far capire a chi è stato colpito dalla Sla che non si deve mai smettere di lottare, di cercare di fare una vita normale, nonostante le enormi limitazioni imposte dalla malattia. Francesco la malattia l’ha presa di petto, ha reagito come meglio sapeva fare, cioè da sportivo: «Non mi arrendevo mai sul parquet, non mi arrendo adesso. Fino alla sirena la partita non è persa, ieri come oggi».