L’escursione termica? L’incubo di molti runner
Da meno due a 12 gradi centigradi nel giro di qualche ora, dalle otto alle undici del mattino più o meno. E tanto per essere precisi. E’ l’escursione termica che in montagna è un regola e che invece in pianura Padana è quasi un’eccezione. Parlo di escursione termica perchè oggi correndo al Sempione ci siamo ritrovati con Andrea a farci i conti. Maglia tecnica, maglia pesante sopra ( quella azzurra della Milano city marathon 2005 che per chi corre d’inverno è diventata quasi una divisa), guanti, e bandana. Troppo. Quando un runner sbaglia abbigliamento lo capisce dopo i primi cinque minuti di corsa. Ed è già troppo tardi. Così un allenamento di un’ora diventa un tormento che non si vede l’ora di finire: si suda ( troppo), ci si bagna e ci si raffredda in un nanosecondo, alla faccia di chi dice che ci si deve vestire a <cipolla>. Ma quale cipolla? In questi giorni, quando si ha la sensazione che l’inverno stia lasciando il passo ad una anticipata primavera, per quanto mi riguatda faccio davvero fatica a trovare un equilibrio nel vestirmi. Durerà ancora qualche giorno poi, secondo il meteo, tornerà il freddo. E forse è meglio così. In attesa che la primavera arrivi. Ma sul serio.