Stramilano, vincono i keniani. Ma anche tutti gli altri
Oggi ,al quarto chilometro della Stramilano , quando corso Sempione si rigira su se stesso e incontri gli atleti veri che hanno già fatto il giro di boa, si è capito subito che anche la quarantesima edizione sarebbe stata una sfida tutta africana. Andrea Lalli, il 23enne molisano che si porta sulle spalle un bel po’ de futuro azzurro sulle lunghe distanze, volava e non aveva l’espressione di uno in difficoltà ma era già staccato di una ventina di metri. Si farà. Quella di oggi era il suo debutto su una mezza maratona ma lo scorso anno in pista e nelle gare di cross ha già fatto capire che su di lui si può contare. E di questi tempi questa è già una bella notizia. Tornando alla “mezza” Stramilano tutto come da copione. Tagliando il traguardo dopo un’ora e tre secondi, il 22enne keniano Matew Kipkoech Kisorio si è aggiudicato la gara. Alle. Alle sue spalle, staccato di 7 secondi, il conterraneo Eric Ndiema, mentre l’etiope Hailegiorgios Deme Dereje è salito sul terzo gradino del podio dopo aver percorso i 21,097 chilometri in 1h 00’25”. Andrea Lalli è il primo degli italiani, settimo con un tempo di 1h02’32” e per essere alla sua prima esperienza su questa distanza non è male. Sul podio femminile c’è invece un’italiana, anche se al secondo posto: Anna Incerti, 31 anni, ha percorso la maratona in 1h 10’41”, battuta soltanto dalla 20enne etiope Eyeshanea Brihane Ababel, che ha tagliato il traguardo dopo 1h09’54”. Ma la Stramilano è anche ( soprattutto) il momento in cui la comunità dei runner si ritrova, si sfida, si saluta e si confronta i tempi. Così capita di incontrare Fabrizio Cosi , capo Marziano dei Podisti di Marte che fa un po’ da Cicerone a Pierpaolo (il fratello di Michela Rossi la runner abruzzese scomparsa nel terremoto dell’Aquila) e chiude la gara pochi minuti sopra l’ora e mezzo. Capita di incontrare Carmelo e Giovanni che ormai si sono dati al nuoto, hanno caviglie e ginocchia a pezzi però arrivano al traguardo mettendosi dietro un bel po’ di fenomeni. E capita di incontrare Luca De Luca, presidente di Smarathon, che corre col chiodo fisso delle staffette per la Charity della Milano marathon e si dimentica il pettorale. Ma c’è anche Manlio Gasparotto che raduna la sua squadra della Gazzetta e corre, ridendo e scherzando, appena sopra l’ora e 40 (ma aveva le lepri…) e un mio collega del Giornale che “vola” normalmente sotto l’ora e 25 ma che oggi fa la scorta ad un suo amico per star sotto le due ore. Storie, tempi ed emozioni di una città che ci prova. Ci prova mia moglie che continua a correre senza allenarsi, ci provano i manager di Esselunga che in quattro corrono con la massima attenzione alla “grande distribuzione” delle forze e ci prova anche qualche politico che però qui non cerca passerella perchè per quello c’è la 10 chilometri. Infine ci prova anche Linus, partito acciaccato, ma segnalato in gara con il suoi gruppo di Radio deejay ( a proposito ciao Giorgio!). Il finale è una stretta di mano al traguardo con un fotografo già visto mille volte, un ardito passaggio su un ponte in metallo che dondola e scricchiola un po’ troppo e una maglia asciutta che dà il sollievo dei giusti sotto un cielo color piombo che fa tanto Stramilano.