Prende il bus e arriva terzo nella maratona di NewCastle
Due ore e cinquantuno. Chi corre in maratona sa che per arrivare al traguardo in 2ore e 51minuti bisogna “andare”, non è uno scherzo. Soprattutto se sei uno come Rob Sloan, un inglese di 31 anni ex meccanico dell’esercito di Sua Maetà che di solito suda e fatica in retrovia e ha tempi da tapascione superiori alle tre ore e mezzo . Ma c’è una volta nella vita in cui nella testa di scatta qualcosa: sarà la fatica, sarà che mancano 15 chilometri all’arrivo e hai finito la benzina, sarà che dopo mesi di lunghi e ripetute tra le nebbie del Nord dell’Ighilterra hai deciso che sei in credito e vuoi riscuotere la tua giornata da campione. E poi chi non l’ha mai sognato: <E se fossi io a vincerla questa maratona? Se fossi proprio io ad arrivare per primo sul traguardo, a strappare la fettuccia e gli applausi…>. Così anche davanti a un piedelento come Rob Sloan arriva il giorno in cui passa la corriera che non puoi perdere. E Rob, zuppo della pioggia che ha accompaganto gli atleti nell’ultima Kielder marathon di NewCastle, decide in un secondo che quello è il bus della sua vita sportiva, il bus del suo riscatto da tapascione. E non se lo può far sfuggire perchè, come i treni, ti passano davanti una volta sola. E allora sale. Un bel taglio dal 32mo chilometro fin quasi all’arrivo, quando scende e riappare sbucando da una serie di cespugli. Non è il primo, davanti a lui ci sono due campioni veri ma non importa, si gioca il podio. Così Rob fa come se fosse davvero alla fine della sua fatica e sprinta, affianca un poveretto che non capisce bene da dove spunti e lo fulmina tra gli applausi. Terzo, un bronzo che vale la sua modestissima carriera e anche un’intervista. Ma dura lo spazio di un amen. Rob sale sul podio e i giudici gli contestano il misfatto. Nega, ride, dice che è tutta una carognata poi però arrivano i testimoni che lo inchiodano. E alla fine cede e confessa: <Si ho preso il bus ma non era un cosa premeditata. Ero stanco, è stato un attimo…>. Giù dal podio. E dal Paradiso a finire sulla croce è un attino. Arriva la squalifica della federazione inglese e arrivano gli isulti. Tanti. Però a me Rob non finisce di esser simpatico. Ciao “faccia di bronzo”.