Il governo si preoccupa della nostra salute. E lo sport?
Lusinga il fatto che il governo tenga alla salute degli italiani. Ma sinceramente non convince. Prendiamo questo ormai famigerato e tormentato decreto Balduzzi, quello che dovrebbe indicare agli italiani quali sono gli stili di vita migliori, più salutisti e meno costosi negli anni a venire per il nostro sistema sanitario visto che costa sicuramente meno prevenire le malattie che curarle. Quindi niente fumo, niente alcol, niente bibite gassate, niente videopoker perchè giustamente creano dipendenza un po’ come il resto. Niente di tutto ciò perchè fa male. Perfetto. Si può condividere o meno con qualche riserva sul fatto che lo stato abbia il diritto di intrufolarsi nelle decisioni di ognuno su come giocarsi la vita. Ma quasto è un altro discorso. Tornando al decreto quindi a prima vista potrebbe sembrare il giusto tentativo di indicare agli italiani, soprattutto agli italiani più giovani, qual è la via retta. Come era stato fatto con il casco obbligatorio per i motociclisti, come per le cinture di sicurezza nelle auto. Non credo però sia cosi. Come può un decreto che ha questa filosofia non “sprecare” una riga, dico una, alla diffusione e alla promozione della pratica dello sport? Come può pensare un governo che si preoccupa della salute dei giovani credere che questi stiano bene e abbiano pensieri positivi se non fanno sport, se le società sportive non vengono aiutate, se nelle scuole non si spinge per la promozione sportiva. Come può non prevedere un governo che i bimbi di oggi tra 50 anni saranno quelli che avranno bisogno di cure e che se sono in forma magari in ospedale non ci vanno? Lo chiedo a Balduzzi e al suo staff. Ma la risposta ce l’ho già. Se questo decreto passa ogni mamma, ogni papà, ogni famiglia per far fare un qualsiasi sport al proprio figlio dal calcio all’oratorio, alla piscina al corso di tennis potrebbero dover presentare un certificato medico sportivo. Attenzione non è più quello del medico generico di “sana e forrte costituzione” ma è quello che rilascia uno specialista dello sport. Non è ancora ben chiaro cosa succederà ma tra fraintesi, errori, e retromarce su un testo non chiaro potrebbe essere più o meno simile a quello richiesto per la pratica agonistica con la spirometria e l’elettrocardiograma sotto sforzo. Giusto, perfetto. Prima di far fare sport ad un ragazzo è sacrosanto controllarlo. Peccato un certificato così costi intorno ai settanta euro e con l’aria che tira sfido io una famiglia con due o tre figli a mettersi in conto anche questa spesa. Staremo vedere. Ma se così fosse quale sarebbe il risultato? Che fare sport diventerebbe molto più complicato. Alla faccia della promozione della pratica sportiva, del benessere dei giovani e degli stili di vita salutisti. La logica è sempre solo quella del far cassa. Per questo quando lo Sato si preoccupa tanto della mia salute non mi fido.