Maratona di Torino, dominio keniano ma la Straneo è terza
Dritta come un’autostrada, rumorosa e gioiosa come un concerto di percussioni. Va in archivio la 26ma Maratona di Torino. Con il sole ma anche con il freddo e tra le immagini che rimangono c’è anche la festa di piazza San Carlo, il salotto buono <mutilato> da un’enorme impalcatura che tra qualche tempo lo restituirà al suo splendore. Poi una serie di scatti d’autore. Il nuovo percorso dai viali infiniti che per chi ha ancora le gambe sono il via libera verso la gloria ma per chi è alla frutta sono invece un tormento indescrivibile. I portici di piazza Castello invasi dai runner che si sono cambiati sotto il tendone ma anche un po’ dove capitava. I bar di via Roma con il caffè dall’antico sapore sabaudo e la coda nei bagni prima della partenza. Le batterie, le tantissime batterie suonate benissimo in ogni angolo della strada. Ne avrò contate più di cento: ma fanno tutti i batteristi a Torino? E poi la gara. Hanno corso in tanti. Il via lo ha dato il presidente leghista della Regione Roberto Cota accompagnato dall’inno Italiano e dal sosia di Giuseppe Garibaldi che non so quanto gli stia simpatico. Ma tant’è, per la Turin Marathon si fa questo e altro. Via si diceva. E poi un gran giro in tondo tra Nichelino, Grugliasco e Collegno per poi ritornare in città da Corso Francia. Un viale enorme, lunghissimo, dritto, infinito e qualche volta anche su giù. C’è sempre stato nella Turin marathon ed ha resistito anche al restyling del percorso perchè è un po la caratteristica di questa maratona. Qui si faceva la gara negli anni scorsi e qui si è fatta la gara anche quest’anno perchè ho visto tanta gente accelerare ma anche tanta gente soffrire e molti fermarsi. Alla fine ha vinto un keniano che non è mai una sorpresa ma facciamo finta che sia così. Primo Patrick Terer in 2 ore 10’34”, davanti ai connazionali Daniele Rono, 2 ore 11’41”, e Jackson Kirwa. Ma la gara che più ci stava a cuore era quella femminile dove tutti gli occhi erano puntati sulla nostra Valeria Straneo che alla fine è arrivata terza in 2 ore 27 minuti e 4 secondi. Davanti a lei la keniana Sharon Cheprop, già vincitrice a Boston, che ha corso in 2h23’57«, nuovo primato della prova torinese, arrivando da sola al traguardo. Al secondo posto la keniana nazionalizzata olandese Hilda Kibet in 2h25’46. Fine. Anzi no. Una chicca di Torino è il traguardo. Due chilometri tra piazza San Carlo, via Roma e Piazza Castello transennati e con un sacco di gente che applaude. Un arrivo da campioni per tutti con tanto di fotografi assiepati dopo il traguardo. Immancabile la faccia guascona di Antonio Capasso che fotografa tutto e tutti, sempre e dovunque…