Schwazer e il doping, non è finita…
Non è finita. O meglio, non era finita alla vigilia dei Giochi di Londra e in qualche modo già si intuiva. Quindi saranno ancora lacrime ma ora bisognerà capire chi dovrà versarle. A quasi un anno dalla notizia-choc della positività all’Epo di Alex Schwazer, il doping torna. E torna con un blitz dei carabinieri nella sede della Procura antidoping del Coni, in quella della Federazione di atletica leggera e in casa di medici sportivi. Lo scenario è quello di sempre. I militari che arrivano sequestrano faldoni e file dai pc per ordine questa volta della Procura della Repubblica di Bolzano, che aveva aperto un’inchiesta subito dopo le lacrime e la confessione dell’atleta altoatesino. Non erano convinti e sono andati avanti. Ora si apre un altro fascicolo con nuovi documenti relativi anche a 12 referti di prelievi effettuati su Schwazer dal 2008 a oggi, tra cui quattro campioni di sangue e urine. La Procura altoatesina starebbe indagando non solo per il doping – reato legato alla frode sportiva che prevede pene fino a tre anni di reclusione – ma anche per l’ipotesi di favoreggiamento nei confronti dell’atleta scoperto alla vigilia delle Olimpiadi di Londra e che lo scorso aprile è stato punito con tre anni e sei mesi di squalifica del Tribunale Nazionale Antidoping. Si cerca quindi di capire se, contrariamente a quanto sempre sostenuto da Schwazer, qualcuno fosse a conoscenza del suo comportamento o addirittura lo abbia favorito. Non solo a Londra ma anche negli anni passati, così qualche ombra si allunga anche sul trionfo di Pechino. La Fidal, dopo la visita dei Nas, ha replicato alle «ipotesi di reato di favoreggiamento» e ha fatto sapere di non escludere di costituirsi parte civile nei confronti di chi sarà ritenuto colpevole. «Massima disponibilità e collaborazione» con gli inquirenti sono state garantite dal presidente del Coni, Giovanni Malagò. Così il caso Schwazer si riapre. Così il caso del doping fai-da-te diventa forse tutta un’ altra cosa. Con qualche altro attore che entrerà in scena e forse anche con qualche regista che dovrà dare spiegazioni . Staremo a vedere. Però mi piace chiudere con una strofa della canzone del maggio di De Andrè: “Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio se la paura di guardare vi ha fatto chinare il mento se il fuoco ha risparmiato le vostre Millecento anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti…”