La crisi, il lavoro e il turismo sportivo: Pisa insegna
Prendiamo Pisa, tanto per fare un esempio. L’ultima edizione della maratona ha generato oltre un milione e 800 mila euro di indotto economico. Non male se si considera che non stiamo parlando di New York, Boston o Roma. Ma se una maratona che ha portato sulle strade 2500 atleti ( 450 stranieri) e 5 mila spettatori riesce a garantire un ritorno economico così importante qualcosa deve pur significare. Innanzitutto che la Pisamarathon è diventata a pieno titolo uno dei principali appuntamenti della maratona italiana capace grazie ad alcune iniziative collaterali di raccogliere anche 8 mila euro che saranno donati alle Onlus Donare la vita (che si occupa di trapianti di organi), Avis e Lilt. Ma soprattutto che il movimento delle maratone anche in Italia sta diventando un buon traino turistico. Secondo i calcoli degli esperti infatti solo la presenza dei 450 partecipanti-turisti esteri ha fruttato al territorio pisano 370 mila euro ma occorre aggiungere che ogni ’runner’ ha soggiornato mediamente tre giorni e due notti in città dove è arrivato almeno con un familiare accompagnatore: da qui la cifra di quasi un milione e mezzo di euro di indotto generato dai duemila podisti italiani partecipanti. «Siamo una manifestazione in crescita – ha detto il presidente della PisaMarathon, Michele Passarelli Lio – capace di dare moltissimo alla città senza chiedere neanche un euro di finanziamento pubblico”. E qui sta il punto. In periodi di crisi dove il lavoro manca e spesso non si trova più il turismo sportivo è una delle risorse a disposizione. Chi organizza gare e maratone ci crede chi amministra non sempre. Ed è un peccato perchè sui giovani, sull’occupazione, sulle opportunità si sentono solo tante chiacchiere. Troppe.