Maratona di Boston, pena di morte per il terrorista?
Il segretario alla Giustizia Eric Holder deve decidere entro il 31 gennaio se
autorizzare la richiesta della pena di morte per Dzhokhar Tsarnaev, il 20enne accusato di aver architettato insieme al fratello maggiore l’attentato alla maratona di Boston. Lo scorso 15 aprile hanno fatto esplodere due bombe artigianali all’arrivo della gara di corsa, uccidendo tre persone e ferendone altre 260. In fuga dalla polizia che era sulle loro tracce, hanno poi ammazzato una guardia del Massachusetts Institute of Technology. Nel giro di una settimana Holder dovrà valutare fattori aggravanti o mitiganti della condanna. L’uccisione indiscriminata di persone innocenti potrebbe
giustificare la richiesta di pena di morte, mentre il fatto che il giovane
Tsarnaev possa aver agito sotto l’influenza del fratello Tamerlan (26enne,
morto in uno scontro con la polizia), potrebbe ridurre le possibilità che finisca
nel braccio della morte. Il Boston Globe, il principale quotidiano di Boston, ha richiesto esplicitamente a Holder di non autorizzare la pena capitale. In un lungo editoriale pubblicato lo scorso autunno sosteneva che «una procedura così lunga lascerebbe l’attentato alla maratona sotto i riflettori, alimentando nelle vittime il senso d’ ingiustizia». Molto meglio, sosteneva il Globe, «che Tsarnaev scivoli nell’oscurità in una cella federale e che ci resti». Un sondaggio condotto dal quotidiano, ha poi rivelato che il 57% degli abitanti di Boston sarebbe a favore di salvare la vita al terrorista destinandolo all’ergastolo. Tuttavia l’opinione pubblica non è l’unico ostacolo a un’eventuale autorizzazione da parte di Holder non sembra facile infatti trovare 12 giurati a favore della pena di morte. Inoltre nel team dei legali della difesa è comparso il nome di Judy Clarke, nota per la sua abilità ad «umanizzare» i suoi clienti. Tra le persone che ha salvato dal braccio della morte ci sono Unabomber, al secolo Theodore Kaczynski, e uno dei cospiratori dell’attentato alle Torri Gemelle, Zacarias Moussaoui.