Passuello, la faccia nuova del triathlon
Un po’ è figlio d’arte. Perchè la febbre della bicicletta gliel’ha passata suo padre Walter che ora ha un negozio di bici a Livorno ma qualche anno fa ha corso ( e forte) con Francesco Moser e compagnia. Ma Domenico Passuello, 36 anni livornese del Forhans Team , ex pro sulle due ruote per la Quick Step e per Amore e Vita, quella febbre l’ha moltiplicata per tre. E visto che far fatica sui pedali era già il suo mestiere, ad un certo punto della sua vita ha pensato bene di mettersi anche a nuotare e correre. Testardo e coriaceo come tutti i toscani ha imparato sulla sua pelle che tra triathlon e ciclismo qualche differenza c’è. E così nelle prime gare è rimasto a guardare ciò che facevano i campioni. Poi però, allenamento dopo allenamento, ha accorciato le distanze. E le ha accorciate talmente tanto che ha cominciato a vincere. Soprattutto all’estero. Poco meno di un mese fa si è messo dietro tutti nel Rimini Challenge, un mezzo Ironman ( 1.9km di nuoto, 90 in bici e 21 di corsa) che lo ha consacrato tra i big anche in Italia. Ora con l’atleta del Forhans Team dovranno cominciare a fare i conti un po’ tutti soprattutto sulle lunghe distanze che restano le sue gare preferite. Anche perchè questo 2014 per il campione toscano sarà un po’ l’anno della verità visto che al triathlon si dedicherà anima e corpo e soprattutto a tempo pieno, cioè senza più dividersi con il lavoro nella piccola azienda di suo zio. Come dire: ora il gioco si fa serio, la ricreazione è finita…
Quindi da quest’anno si fa sul serio?
“Beh, sì. Anche se non è che fino adesso abbiamo proprio scherzato…”
Sì, certo…però un c’era il lavoro
“Da quando ho smesso di correre in bici ho sempre lavorato. Mio zio ha un’attività qui in città e io l’ho aiutato. Sono sempre riuscito a ritagliarmi lo spazio per allenarmi ma ora cominciavo a starci un po’ stretto. Così è arrivata la decisione di provare a fare il triatleta a tempo pieno”
E cosa cambia?
“Non lo so ancora, non molto credo. Forse il fatto che la testa ora è tutta lì…
Cambia ad esempio che ora servirà uno staff che la segue
“Finora non c’è stato bisogno. Adesso con il Forhans Team ci organizzeremo”
Nuotare, correre pedalare…il ciclismo è un’latra cosa?
“Due ambiente diversi…Dal punto di vista tecnico la differenza è ovvia. Lì si pensa solo a pedalare, qui sai ciò che devi fare prima e ciò che ti aspetta poi. Bisogna organizzarsi”
E lei col nuoto si è dovuto organizzare parecchio…
“Non mi vergogno a dirlo. Io fino a qualche anno fa andavo in piscina qualche volta la domenica. La scintilla mi è scattata a Perth, in Austrialia, dove sono stato a lavorare quando ho smesso di correre”
E lì surfano e nuotano tutti…
“Si lì è un altro mondo sportivamente parlando. Nuotano tantissimo e ci sono un sacco di triatleti. Così con l’aiuto di una mia amica ho cominciato ad allenarmi anche in acqua e ho capito che si poteva fare”
Cosa?
“Il triathlon…”
Ma le prime gare non sono state un successo…
“No ma neanche un disastro. Nel mio primo spirnt sono arrivato quinto e nella mia prima gara sulla distanza lunga all’Isola d’Elba sono salito sul podio…
Però prendeva minuti a nuoto e recuperava in bici…Ciòè continuava a fare il ciclista
“Beh in un certo senso sì. Solitamente chi fa triathlon arriva dal nuoto, io sono passato da un’altra strada. E purtroppo mi toccava pagare dazio.”
Così a forza di sveglie all’alba per nuotare, mattina dopo mattina si è messo in scia ai più forti…
“No guardi io all’alba per nuotare non mi sveglio proprio. E’ un fatto di metabolismo e poi anche perchè la mattina fino a qualche mese fa mi toccava lavorare. Quindi mi sono sempre allenato cercando di far collimare orari, lavoro e vita normale. Come fanno la maggiorparte dei triathleti.
E le distanze si sono accorciate…
“Si diciamo che in acqua le cose vanno leggermente meglio. Ma rispetto ai migliori ancora c’è da fare perchè mi rendo conto che se riesco a star vicino le gare cambiano. Comunque il nuoto resta il mio punto da migliorare perchè la corsa non è mai stata un problema. Sono sempre andato benino…
In bici invece fa la differenza…
In bici ho corso tra i professionisti per tanti anni. Ho cominciato non prestissimo perchè sono arrivato a correre a 16 anni quindi ho dovuto imarare anche lì. Però la mia storia sportiva inizia con la bicicletta e quindi in sella sono a mio agio. Anche se va detto che nella gare dove è permessa la scia la differenza non si fa tantissmo
E infatti lei preferisce la gare lunghe…
“Si diciamo che mezzo Ironman e Ironman sono quelle su cui mi devo concentrare”
E il sogno restano Kona e le Hawaiii
“Koma e le Hawai sono il sogno di tutti però ci si deve qualificare”
Lei quest’anno è già arrivato terzo all’Ironman di Los Cabos in Messico dietro a Daniel Fontana ora dove andrà a far punti?
“Il prossimo impegno è l’Ironman di Mont Tremblant in Canada che con Melbourne e Francoforte è uno di quelli che dà punteggi maggiori. E poi mi piace perchè ha un percorso di bici impegnativo e mi torna bene con i tempi”
Che significa le torna bene con i tempi?
“Significa che dopo aver tanto gareggiato perchè mi le gare mi servivano per crescere a livello tecnico ed anche per sostenermi economicamente ora è arrivato il momento di cominciare a programmare meglio…”
Cioè?
“Cioè voglio vedere cosa succede se mi concentro per un mese su un impegno”
Da che parte si comincia?
“Intanto da un po’ di riposo perchè sono anni che non riposo…”
C’è qualcosa che non torna però. Nell’anno in cui decide di dedicarsi anima e corpo al triathlon mi dice che vuole riposarsi?
“Non è proprio così…”
Allora com’e?
“La mia filosofia è che nella mia vita tutto deve entrare in modo giusto. E’ un po’ come un puzzle. E io devo risucire a comporla bene…”