Una ciclabile da Torino a Venezia? Qual buon Vento…
Tira un buon Vento. Con la ” v” maiuscola. E speriamo che porti qualcosa di buono. Magari un pista ciclabile lunga 700 chilometri che scorrendo sugli argini del Po colleghi Torino a Venezia. Un sogno? Probabilmente sì perchè la maggior parte delle volte nel nostro Paese questi restano sogni. Altrove no, sul Danubio, sul Reno si traducono in filanti tratti d’asfalto con segnaletiche e servizi che portano turismo e tanto lavoro. E senza investimenti da fantascienza. Normali opere viabilistiche che potrebbero essere fatte ad esempio anche sui Navigli milanesi dove serebbe sufficiente risfaltare e mettere un po’ di indicazioni. Opere che erano state annunciate per Expo e invece sono finite nel dimenticatoio e che invece potrebbero risollevare con il cicloturismo i territori, i fiumi, i parchi, i paesi. Il progetto “Vento” c’è. Lo ha messo a punto da qualche anno il Politecnico di Milano che ha pensato ad una serie di infrastrutture leggere e opere a ridosso della dorsale del Po per una serie di interventi che richiederebbero un investimento stimato di circa 100 milioni di euro che potrebbero essere in parte coperti da fondi europei ( bisogna chiederli però) per un collegamento dei tratti e la messa in sicurezza delle piste già esistenti che sono il 65 per cento. Il sogno è riuscire a fare in Italia ciò che da anni hanno fatto in Germania con i percorsi della Baviera, dell’Altmuhel o intorno al Lago di Costanza o in Austria sulle rive del Danubio. Ma anche in Svizzera, in Francia, in Olanda e nelle isole Britaniche . Cioè fare del nostro Paese, che ha tutte le carte in regola per diventarlo, una meta del turimo su due ruote che è davvero un business anche se noi non ce ne rendiamo conto. Basti pensare che solo in Germania porta ogni anno 4 miliardi di indotto, mica bruscolini. A fine luglio quel progetto è arrivato sul tavolo del ministro al Turismo Dario Franceschini, che ha garantito il proprio impegno, un protocollo d’intesa e un tavolo tecnico che comincerà a lavorare già da settembre. Premesso che un tavolo è come la laurea o la sigaretta, non si negano a nessuno mi pare tutto già sentito e già visto. Intanto due sere fa mia moglie mentre usciva da un supermercato dalle parti di Abbiategrasso, in pieno parco del Ticino, si è trovata di fronte un turista tedesco in bicicletta dall’aria diperata. Non sapeva dov’era, non trovava indicazioni e non sapeva dove andare a dormire. Insomma si era perso. Questi sono i percorsi ciclabili nel nostro Paese a una manciata di mesi dall’Expo….