Malgrate, quando il triathlon si fa duro…
Pensi a Malgrate, Lecco, Oggiono e ti torna alla mente una sponda del Lago di Como. Non “quel” raggio là, quello del Manzoni, però più o meno siamo lì. La gita fuoriporta della domenica, le ville con i giardini a posto che si affacciano sui pontili, i traghetti che arrivano caricano e ripartono, la tranquillità delle camminate con il cono da passeggio, un caffè o solo una chiacchierata. Bella la calma del lago, dolce malinconia piena di storia e piena di storie come canta Van de Sfrooos che da queste parti è di casa. Bella la calma del lago finchè dura. E non sempre dura. Soprattutto se a “guastarla”, un sabato di fine agosto , si presenta una nutrita pattuglia di triatleti. ” Ma voi siete quelli che si tuffano dal pontile poi corrono e pedalano?”. Sì proprio quelli lì. E vaglielo a spiegare al tipo dietro al bancone che ti sta preprando il caffè che non è roba da superman. Ci provi per un paio di minuti poi però ti arrendi e glielo lasci credere anche perchè un po’ ti fa piacere. “Comunque per Annone Brianza deve proseguire ancora per qualche chilometro, c’è l’uscita, trova le indicazioni. Ma vi tuffate anche se c’è ‘sta pioggia?”. E chi lo sa… Però non è pioggia. E’ un temporale coi fiocchi quello che stamattina dà il benvenuto agli atleti dell’Italyman, il triathlon olimpico di malgrate organizzato dalla Spartacusevents. Se l’estate più piovosa della storia sta per finire davvero sembra voler chiudere in bellezza. E così a poche ore dal via Annone Brianza è tutto un via vai di cerate e kway, di tergicristallo sulla posizione veloce e di finestrini mezzi appannati. Si comincia il solito rituale col naso all’insù. La bici, le sacche, il pettorale, il chip da legare sulla caviglie, le borse da metter sul camion che va nella prima zona cambio, l’elastico da fissare con le spillette, il numero da scrivere col pennarello su spalla e polpaccio, le borracce da riempire, la muta da non dimenticare. Un’altra occhiata al cielo e si può andare. Pioggia a parte sembra il solito triathlon. Sembra. Ma capisci subito che non sarà così. La prima sorpresa è Daniel Fontana che non ti aspetti di trovare qui. Ma la strada di Kona forse passa anche dalle sponde di Malgrate. “E perchè no?- si soprende il capitano della DDs– E’ una bella gara, parecchio dura e quindi un ottimo allenamento…Tutto fa brodo”. Però vederlo al via un po’ strano è. Insisti e allora ti rimbalza: “Guarda che non è che su questa distanza sono alle prime armi, ho fatto due olimpiadi…”. Touchè direbbero i francesi. Ma è un triathlon che parla argentino non solo perchè al via c’è il vincitore dell’ Ironman di Los Cabos. Dominano i “gringos” targati Dds che alla fine arrivano primi tra gli uomini con Miguel Morandini e tra le donne con Romina Biagioli. Nel mezzo c’è una bella gara di fatica. Più lunga di ciò che sembra a cominciare dall’acqua apparentemente piatta e tranquilla in realtà con qualche corrente che ti sbatacchia di qua e di là . Non finisce più e per qualcuno finisce con i crampi. Che è poi solo l’inizio. Già perchè il tratto in bici non è una passeggiata cicloturistica. Si sale da Malgrate verso Pescate, Galbiate, Colle Brianza, Castello Brianza, Barzago, Sirone, Molteno, Oggiono…Si sale e si continua a salire sulle strade che hanno fatto un po’ la storia del Giro di Lombardia e se dai un’occhiata ai battiti e ai watt del tuo Garmin capisci perchè. Però provi a tenerti anche qualcosa per la corsa. E non è una brutta idea. Lasci la bici nella zona cambio e la musica non cambia. Si corre sulla nuova pista ciclo-pedonale che costeggia il Lago di Annone un misto di sfalto e sterrato. Ed è esattamente come prima, come quando si pedalava: un comtinuo su e giù. Anzi peggio perchè la corsa non è la bici e anche la discesa diventa un tormento. Basta guardare le facce di chi è passato prima di te al giro di boa e sta tornando indietro per capire cosa ti aspetta. Dieci chilometri che ne valgono almeno un paio di più. Dieci chilometri che a molti presentano il conto perchè c’è una salita anche a trecento metri dal traguardo. Finisce in gloria per tutti. Per chi ha vinto, per chi ha sofferto, per chi sperava meglio, per chi era alla sua prima volta, per chi non credeva di arrivare e per chi nonostante tutto ha tenuto duro fino alla fine. Incontri Fontana seduto al tavolo della DDs nella palestrina dove è stato organizzato il pasta party e ha la faccia stanca. Come la mia, quella di un paio di miei amici e come quella di tanti altri. Fanno fatica anche i campioni. Una giustizia c’è…