Tra le tante fughe che Vincenzo Nibali ha fatto nella sua carriera, forse avrebbe dovuto  farne una in più. E un po’ prima. Un paio di giorni fa, dopo il quinto caso di doping all’ Astana la squadra kazaka di cui è capitano,, nella riunione di redazione al Giornale con direttore, vice e  caporedattore dello sport si parlava proprio di questo. E la domanda era una sola. Ma cosa ci fa ancora Nibali nell’Astana? Già, cosa ci fa? Certo ci sono contratti milionari firmati, sponsor da rispettare, vincoli, lacci e lacciuoli, probabili penali da pagare in caso di addii anticipati. Però l’azzurro  che sta facendo del “doping free” una sua bandiera obbiettivante con il team kazazo ormai fa un po’ fatica a convivere. Cinque casi di doping in tre mesi  l’ultimo con Artur Fedosseyev, nel cui campione prelevato lo scorso 16 agosto al Tour de l’Ain sono state trovate tracce di uno steroide anabolizzante.  Ma prima di Fedosseyev era toccato a Valentin Iglinskiy ( positivo all’Epo) e prima ancora al fratello Maxim -lui pure positivo all’eritopoietina- pochi giorni dopo aver partecipato al Tour de France . A completare il quadro i casi di Ilya Davidenok al Tour de L’Avenir di agosto, e  di Victor Okishev durante gli scorsi campionati di Asia.  Un problema per Vincenzo Nibali che ogni volta deve fare i salti mortali per spiegare a tutti che lui non c’entra e ma anche per l’Astana, nonostante il team guidato da Alexandre Vinokourov, campione olimpico nel 2012 ed anche lui in carriera coinvolto in un caso di doping, abbia recentemente annunciato una stretta cooperazione tra la Federazione kazaka e il centro doping del paese (KazNADC) per monitorare i corridori e il loro passaporto biologico. Forse un po’ tardi.  Ora ( ed è notizia di oggi ) pare che l’Unione Ciclistica Internazionale sia intenzionata a negare alla  formazione kazaka la licenza World Tour in seguito alle positività dell’ultimo periodo.  L’Astana presenterà ricorso, ma al momento è fuori dal tutte le competizioni più importanti del mondo. E Vincenzo Nibali cosa farà? Resterà con una squadra così coinvolta in indagini sul doping? Correrà per una squadra che rischia di non partecipare al Tour? Sarà ancora il capitano di una squadra che potrebbe far scolorire un po’ il giallo del suo primato? Al suo posto in molti si guarderebbero alle spalle, poi ordinerebbero a due gregari fidati di andare avanti a tirare e poi via. Via con una fuga che, comunque vada, adesso è un’azione da fare. Un’azione giusta per come si sono messe le cose. Se poi va al traguardo meglio ancora, ma ora l’importante è uscire dal gruppo. Da questo gruppo.