Lo sport, gli italiani e i buoni propositi
Finisce un anno e, come è giusto che sia, si fanno programmi per quello che verrà. In tema di sport nel 2014 mi sono passate sulla scrivania parecchie ricerche. Più o meno raffinate e documentate. Tutte però concordi nel sostenere che in fatto di cultura sportiva, di impianti, di educazione sportiva nelle scuole il nostro Paese non brilla. C’è molto da fare e forse servirebbero meno tavoli e vertici sulle candidature olimpiche concentrandosi di più sulle scuole e sui settori giovanili. Soprattutto al Sud dove la situazione è davvero drammatica. Ed è ciò che si sapeva. Uno studio però meglio di tutti inquadra la situazione. Ed è quello dell’istituto di ricerca Ixè e promosso da Errepi Comunicazione e Studio Ghiretti qualche mese fa. Si tratta di un’indagine a campione su 1.200 persone di età superiore ai 14 anni che si riferisce all’attività sportiva in genere e registra i comportamenti degli italiani nei confronti dello sport. I numeri parlano abbastanza chiaro e da soli basterebbero per spiegare alla politica, ma anche all’imprenditoria, perchè vale la pena investire in questo settore. Il 52% degli italiani considera lo sport come un ambiente meritocratico e di pari opportunità e come strumento che genera fiducia negli altri. Il 43% lo vede come strumento perfetto per il superamento dei propri limiti e il 60% ritiene che attraverso la pratica sportiva si impara ad avere fiducia negli altri e si tengono lontani i valori negativi e le devianze. Il 60% degli intervistati considera lo sport come un ambiente socialmente sicuro. Nello specifico di questo 60%, il 68% ritiene che attraverso lo sport si impara ad aver fiducia negli altri; il 64% considera lo sport come un antidoto alla criminalità, il 39% afferma che nello sport la solidarietà prevale sull’egoismo. E ancora: il 15% delle persone disabili pratica attività sportiva e, tra questi, il 42% ha un’età compresa fra i 6 e i 44 anni. La televisione è il loro principale mezzo di fruizione di eventi sportivi e secondo il 63% del campione, la presenza di bambini disabili nelle classi, ha migliorato l’integrazione con i normodotati. E fin qui va tutto bene. Ciò che deve far riflettere sono i numeri che seguono che sottolineano come un italiano su due sia costretto (o scelga) di fare sport in strutture private e ,sempre uno su due, rinunci a fare sport spesso perchè costa troppo e non se lo può permettere. L’indagine rileva infatti che l’80% degli italiani è entrato in contatto con una qualunque attività sportiva e di essi, il 38% pratica uno o più sport con continuità prevalentemente presso strutture private a pagamento (48%). Sono gli uomini, ben il 53%, ad abbandonare maggiormente la pratica sportiva. Oltre ai motivi economici incidono il poco tempo a disposizione, o problemi di salute. Sono invece le donne (57%), a costituire la percentuale maggiore di coloro che non hanno mai fatto sport. Ma che lo sport praticato in poltrona sia sempre più diffuso lo dimostra anche un altro dato. Cresce infatti l’abbandono degli spalti anche da parte degli appassionati di sport minori o campionati locali e il 71% degli italiani preferisce fruire di gare e match sui media piuttosto che dal vivo. Il mezzo di comunicazione più utilizzato è la Tv generalista (64%) seguita dai canali gratuiti dedicati allo sport (34%) e da quelli a pagamento (27%). Questa la foto dello sport nel nostro Paese nel 2015. Perchè qualcosa cambi nel prossimo anno servirebbe una bacchetta magica e forse neppure basterebbe. Ma mai si comincia…