Ciclocross all’Idroscalo: tra fango e futuro
Fango e ruote tassellate. Il resto, più o meno, è come sulla strada. Stessa bici da corsa, stesse maglie, stessa fatica. Ma il ciclocross è sport antico e glorioso. Da quando è nato, alla fine dell’Ottocento nelle pianure della Francia e del nord Europa, quando i ciclisti che non avevano timore di uscire dalle vie principali, si azzardavano a pedalare tra campi e sentieri. Le strade erano spesso piene di buche o segnate dai solchi lasciati dai carri e per questo in molti passaggi bisognava smettere di pedalare, scendere di sella e continuare con la bici in spalla. Ciò era e ciò è rimasto per una specialità che riporta indietro nel tempo, quando a sporcarsi la faccia e le gambe di terra c’erano anche i campioni che sugli sterrati preparavano le gambe per la stagione delle classiche. Ma il ciclocloss è anche presente e futuro con tanti giovani che si avvicinano, si appassionano e gareggiano. Domani e domenica all’Idroscalo va in scena il Gran Premio «Mamma e Papà Guerciotti» una delle gare più antiche e prestigiose che si corrono nel nostro Paese. «Tra le gare internazionali in Italia- spiega Paolo Guerciotti– il nostro GP è la più antica. E ciò per noi è motivo di orgoglio». In passato il GP Guerciotti è stato valido per il Master Ciclocross professionisti, per la Coppa del Mondo e anche per il Supeprestige. «Quella di sabato – continua Guerciotti – sarà una manifestazione di grande internazionalità visto che al via ci saranno molti tra i migliori atleti di questa specialità». Ma non solo campioni perchè nel fine settimana sul circuito dell’ Idroscalo correranno un po’ tutti a cominciare dalle nuove leve del ciclocross azzurro: allievi, esordienti, juniores. Il circuito della gara è stato disegnato da Vito Di Tano un simbolo per il Team Guerciotti e per il ciclocross azzurro, vincitore di due Campionati del Mondo di nel 1979 a Saccolongo in Veneto, e nel 1986 a Lembeek in Belgio e soprannominato «Trans Europa Express» per la sua velocità sotto la pioggia e sui tracciati fangosi. Due chilometri e 700 metri che verranno ripetuti più volte con passaggi molto tecnici e diversi single track che faranno una selezione durissima già dalle prime tornate. Perfetto per una sfida tra campioni. Tra i favoriti vanno segnalati il belga Jens Vandekinderen primo all’Idroscalo nel 2014 che punterà al bis nella gara open e gli olandesi Stan Godrie e Sieben Wouters. Tra i migliori anche gli atleti del team Guerciotti che sperano di non interrompere la serie di vittorie di questo 2014/2015 che li hanno visti dominare nel Challenge: Gioele Bertolini nel Giro maschile Open, Alice Arzuffi regina tra le donne Open e l’emergente Stefano Sala tra gli juniores. Ora tocca all’Idroscalo. Che per due giorni sarà il regno dei crossisti e delle bici con le ruote tassellate e sporche di fango. Perchè fango sarà, visto che piove. Altrimenti che cross sarebbe?